BOLZANO

Furti all'Interspar: nove indagati, tre cassiere si sono dimesse

L'ad Aspiag Klotz: "Al loro posto adesso ci sono dipendenti giovani e motivati"


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Nove indagati e quattro cassiere che hanno perso il lavoro (tre si sono dimesse nelle ultime settimane). É questo il bilancio, ancora parziale, dell'inchiesta sui furti all'Interspar in via Buozzi a Bolzano Sud. Come precisa Paul Klotz, amministratore delegato dell'azienda leader per fatturato in Alto Adige, delle quattro dipendenti solamente una è stata licenziata mentre le altre tre «hanno scelto spontaneamente di presentare le dimissioni». Dipendenti di lungo corso. Già perché tornare a lavorare dove si era deciso di mettere a segno una serie di furti - dal filetto al televisore al plasma - non è proprio il massimo. «Noi - sottolinea Klotz - aspettiamo la fine delle indagini dei carabinieri. Prima non prenderemo alcun provvedimento disciplinare. Certo, resta la delusione, profonda, per essere stati traditi da dipendenti in gran parte fidelizzati. Erano con noi da parecchi anni». Klotz, smaltita la rabbia delle prime settimane, quando da una serie di verifiche interne erano emerse alcune «anomalie contabili», vede anche l'aspetto positivo. Già rimpiazzate. «Al posto delle cassiere finite nell'inchiesta della Procura abbiamo assunto quattro persone giovani e motivate». L'amministratore delegato di Aspiag Italia ha scelto di non incontrare i dipendenti infedeli. «Spero che, tra parenti più o meno stretti e amanti, non saltino fuori altre persone che hanno approfittato della nostra correttezza e buona fede». Aspiag, in ogni caso, guarda avanti anche perché quello di via Buozzi resta un caso «assolutamente isolato, almeno per l'ammontare del danno e il numero delle persone coinvolte». Nuove aperture. Nel frattempo il fatturato dell'azienda cresce, anche se solo di qualche decimo di punto. «Riusciamo ad incrementare il nostro volume d'affari grazie alle nuove aperture, come quella recente in via Claudia Augusta, e alle domeniche. In quest'ultimo caso, peraltro, si tratta di aperture mirate, dove c'è interesse della clientela e convenienza dell'azienda». Intanto a breve, sempre nel Nord Est, sono in programma cinque nuove aperture tra Veneto (Mestre) e Friuli Venezia Giulia. I competitor. Una considerazione, infine, sul possibile arrivo di Ikea anche a Bolzano nel piazzale della Metro. «Sinceramente ci credo fino ad un certo punto. Il colosso svedese solitamente non apre punti vendita ad una distanza inferiore ai 200 chilometri. E in Austria c'è già ad Innsbruck. So che, per ragioni analoghe, sono stati scartati progetti non meno interessanti a Verona e Treviso. Piuttosto dall'Austria non mi stupirei se arrivassero altri grandi colossi del settore come Kika o Lutz. Noi tirolesi siamo sempre pronti ad investire in Alto Adige, anche se finora nessuno ci ha reso la vita facile». Sul megastore in via Buozzi, infatti, la battaglia (legale) con Comune e Provincia continua. Aspiag non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Anche perché sa bene di avere «ottime carte in mano».













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