BOLZANO. Il “compagno Luigi” (Gallo) ne è convinto: questa sinistra - quella che ha messo assieme Rifondazione, Sel e Verdi e punta deciso su Cecilia Stefanelli come candidato sindaco - ha le carte in regola per restare al governo della città. «Finora lo abbiamo fatto senza nasconderci dietro posizioni preconcette, mettendo in conto anche qualche mal di pancia. Ma abbiamo ottenuto molto nel settore socio-culturale e nei lavori pubblici e difeso a denti stretti il personale comunale». In lista ci sono 31 candidati, 19 uomini e 12 donne (38%). Tra i volti noti, oltre a Gallo, anche Annamaria Molin, Federica Costanzo, Nello Ferremi, Francesca Maffei, che ha esperienza nei quartieri, e Zoreh Sadeghi. Sono invece alla prima esperienza Robert Gabrielli, Lorenzo Vianini, Iolanda Millo, Mirza Latiful Haque. «La nostra presenza è stata importante anche e soprattutto per la difesa dei servizi pubblici. Bolzano è una città dove acqua , ciclo dei rifiuti e altri servizi importanti hanno una gestione pubblica. Una rarità ormai in Italia».

Poi l’affondo diretto al sindaco. «È stata un’esperienza di governo importante, che altri hanno deciso di interrompere. Tra i nodi irrisolti l’idea di programmazione, che è mancata, un nuovo piano di sviluppo strategico e il tema della partecipazione. Benko? La questione si sarebbe potuta risolvere con un referendum. Ma c’è chi ha avuto paura». Chiara l’allusione al Pd.

Poi una stoccata a CasaPound: «Noi vogliamo prenderci cura della città, mentre c’è chi dice di volersela riprendere». Al tavolo dei relatori anche Robert Gabrielli, cittadino di origine sinti. «I miei avi erano qui nel 1.400 e penso di avere tutti i diritti di sentirmi bolzanino».

Poi, l’ultimo messaggio a Spagnolli: «Non ascolti le sirene su personale ed esternalizzazioni. Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire». (max)

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