Gandhi, politica e statistica con gli studenti in cattedra

Alle superiori italiane la “due giorni” di autogestione ha centrato l’obiettivo Sessanta relatori (50 ragazzi) hanno animato corsi e laboratori su vari argomenti


di Simone Facchini


BOLZANO. Una finestra sul mondo, ma quello che di solito a scuola, durante le lezioni ordinarie, non viene affrontato o viene soltanto sfiorato. Poi, gli studenti nei panni dei professori. A chi pensa che l'autogestione scolastica sia solo un modo per scansare la routine di lezioni e interrogazioni, la “due giorni” del Gandhi, le superiori in lingua italiana che uniscono licei e istituto tecnico economico, ha risposto con un programma di laboratori articolato, vario, curato nell'organizzazione fino nei dettagli. "Corsi e iniziative, tutti di due ore, su argomenti scelti da noi e che di norma non vengono trattati dai programmi": la sintesi è fornita da Daniele Di Lucrezia, coordinatore del gruppo di lavoro, che, composto assieme a Gauri Tagliente - rappresentante del Gandhi alla consulta provinciale studenti - Francesca Comel, Angelica Ceresato, Federica Chianese, Lisa Vanni e Antigona Shehi, ha allestito e diretto la manifestazione.

Sono stati loro ad alternarsi, lunedì e martedì, nella cabina di regia posizionata nell'atrio dello school village di via Wolf, controllando – con tanto di servizio d'ordine - che tutto filasse per il verso giusto, ovvero che l'autogestione, pur nel suo spirito antidogmatico, avesse una disciplina. Anche perché i patti erano chiari: così come comunicato dalla dirigenza scolastica, tolleranza zero nei confronti di “atteggiamenti lesivi della dignità delle persone e del patrimonio scolastico”. In tutto 60 i relatori, 50 dei quali ragazzi che per l'occasione sono passati dal banco alla cattedra. Mettendo a frutto le proprie passioni, illustrando agli altri i propri interessi.

Ne è scaturita una fotografia di curiosità e attitudini dei giovani, un'immagine che sorprende per eterogeneità: i segreti dell'universo e la criminologia, i costi della politica in Italia e i tatuaggi, la dipendenza dal gioco d'azzardo e la statistica nei giochi con le carte, Harry Potter e l'empowerment delle donne, diritti civili e umani, sicurezza cybernetica e zumba, teoria del complotto e valori nello sport, Isis e snowboard.

Ma anche educazione alla sessualità e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili (con volontari della Croce rossa), orientamento scolastico, consulta comunale. Insomma una miscellanea che aggrega impegno e divertimento, alterna politica e svago, unisce formazione e informazione. Se per forza si vuole cercare una linea rossa, è quella della varietà dell'esistenza. In cui l'attività fisica ha un ruolo centrale e ha avuto il suo spazio: in palestra si sono tenuti tornei e dimostrazioni. "Con l'organizzazione siamo partiti a marzo - prosegue Di Lucrezia - abbiamo distribuito fra le classi un questionario domandando le preferenze di ciascuno, in modo da poter orchestrare i laboratori e le attività smistando i partecipanti in maniera razionale". Dei 560 studenti del Gandhi, una trentina non ha aderito all'autogestione. "Nessuna contrarietà rispetto all'iniziativa – spiega Alberto Quaglia – ma personalmente, considerato che fra un paio di mesi devo sostenere l'esame di maturità, ho preferito occupare questa parentesi per continuare la preparazione". Anche questa, capacità di autogestirsi.













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