Gas tossico in discarica: tre denunce

Allarme ambientale a La Villa: nei guai impresa e personale del centro


Aldo De Pellegrin


BADIA. L'allarme ambientale scattato alla fine della scorsa settimana presso la discarica "Col Maladët" di La Villa, gestita dalla Comunità comprensoriale della Val Pusteria, ha portato a tre denuncie all'autorità giudiziaria: la prima per il personale dell'azienda edile dell'Alta Badia che ha avviato allo smaltimento fuori norma la vecchia tanica contenente abbondanti residui del liquido tracciante tossico "Sentinel", il mercaptano etilico usato per conferire il caratteristico odore ai gas combustibili in modo da poterne individuare eventuali perdite; e due per il personale operante in discarica che, in contravvenzione alle disposizioni che prevedono un particolare tipo di smaltimento con procedure ad hoc, ha accolto in discarica il rifiuto tossico e pericoloso che poi si sarebbe tentato di smaltire in modo quantomeno estemporaneo, semplicemente interrando la tanichetta fortemente maleodorante.

Proprio in questa fase una piccola rottura della tanica, provocata dall'escavatore con cui si stava operando, ha causato una piccola fuoriuscita del liquido tracciante che, data la sua altissima volatilità, ha immediatamente appestato l'aria con un fortissimo puzzo di gas che si è rapidamente diffuso, a seconda del soffiare del vento, anche nei vicinissimi abitati di Corvara e di La Villa, lasciando in un primo momento sospettare una forte e perciò rischiosissima perdita di gas da qualche impianto della zona. Di qui il massiccio allarme che è stato lanciato dal 115 dei pompieri che ha fatto confluire in zona praticamente tutti i corpi della vallata, facendo anche pensare per qualche momento all'evacuazione degli abitanti di La Villa, fino a quando non si è scoperta la vera causa dell'acre puzza di gas, dovuta proprio al liquido tracciante uscito dalla tanica smaltita male. Un comportamento, quello delle persone denunciate, probabilmente più colpevolmente superficiale che in qualche maniera doloso, che però spazia dal procurato allarme fino allo smaltimento inadeguato di sostante pericolose, per cui la normativa in vigore prevede delle sanzioni di carattere penale che ora, chiusa la fase di indagine, spetterà al giudice applicare in sede di valutazione.













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