BOLZANO

Gattopardo, appello del proprietario: ridateci il nostro gattone

Si chiama Shiku il felino africano ospitato alla Sill, la famiglia lo vorrebbe di nuovo a casa: non è pericoloso
TUTTA LA STORIA DEL GATTOPARDO DELLA VAL D'ULTIMO



BOLZANO. Ha un nome il gattopardo catturato dopo la fuga dalla casa dei suoi padroni e ora ospitato alla Sill in attesa di essere trasferito in una struttura adeguata per animali esotici, a Sasso Marconi o Grosseto. Si chiama Shiku e il figlio del proprietario ha lanciato un appello: "Ridateci il nostro gattopardo, per noi è sempre stato il nostro gattone".  Bernd Raich, assicura che il gattopardo, nato da un incrocio tra un gatto e un serval, felino africano di media taglia, non ha mai creato problemi di sicurezza alla famiglia.

 «Vorrei che il nostro gatto potesse tornare a casa - dice Bernd Raich - , nel suo territorio dove si è sempre trovato al meglio». Il problema è che non si tratta esattamente di un gatto, ma di un incrocio tra un felino ed un serval, creato per la prima volta nel 1986 dalla studiosa Judee Franck che unì proprio un maschio di serval con una siamese. Di fatto questa specie, vietata in Italia, non esiste in natura.

«Credo che i media abbiano esagerato e lo abbiano dipinto per quello che non è. Con noi è sempre stato un gattone esemplare. È ovvio che nel canile della Sill non possa trovarsi bene e soffi a chiunque si avvicini. Non è nemmeno libero di miagolare. Ñaturalmente riprese e fotografie lo stressano in continuazione. Non si può pretendere sia rilassato».

Shiku cucciolo fotografato da Bernd Raich

Per Chiku, però, il destino appare segnato: finirà in una delle due strutture italiane attrezzate per ospitare animali esotici come lui. Una si trova a Sasso Marconi a Bologna e una a Grosseto: la Lav provinciale ha già trasmesso alla procura la sua scelta che lunedì sarà ufficializzata anche dall’Autorità.

«Se potesse tornare a casa - insiste Raich - potremmo dargli noi una vita più felice. Mio padre sa che ha sbagliato violando la legge ed è pronto a pagare le proprie conseguenze. Di sicuro, però, Shiku si trova molto meglio da noi che non al canile o in una struttura protetta. Mio padre sa di cosa sta parlando: è conosciuto per i serpenti che ha avuto e per le sue capacità particolari di tenere e curare gli animali esotici. Tutto questo, lo ripeto, mentre parliamo di un animale che non è selvatico. Un Savannah è un gatto: spero che anche gli animalisti altoatesini mi diano una mano». In effetti sul web molti rappresentanti delle associazioni hanno cominciato a porsi il problema sul destino del gattopardo. La legge si rispetta oltre le opinioni, ma la sicurezza che il futuro di Shiku sia più felice in una struttura del Centro Italia rispetto alla sua casa di provenienza non ce l’ha nessuno.
 













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