«Giù le mani dal risparmio casa»

Già utilizzati 18 milioni. I sindacati: «Il modello funziona bene, incomprensibile la volontà di limitarlo»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Il modello altoatesino di rispario casa funziona, molto bene. E quindi proprio non si riesce a comprendere per quale motivo ora ci si voglia mettere mano per frenarlo. Lo sostiene il sindacato sudtirolese Asgb, per voce del vice segretario Alex Piras. Finora, in un anno e mezzo di vita del programma altoatesino, più noto col nome di Bausparen, la Provincia ha messo a disposizione di 273 altoatesini 18,2 milioni di euro. Si tratta di denari della Regione, che tramite Alto Adige Finance viene anticipato dalla Provincia e messo a disposizione di banche convenzionate. Ora si vorrebbero porre due paletti che alla Asgb proprio non vanno giù: via il modello Bullet di restituzione della somma presa a prestito e abbassamento della cifra massima finanziabile. Così il programma, a detta dell’Asgb, sarà però molto meno attraente.

Il modello esiste dal 2015. Presupposto fondamentale è che il risparmiatore deve aver versato almeno 15 mila euro in un fondo pensione complementare cui sia iscritto almeno da otto anni. Se queste condizioni sono rispettate, oggi si può ottenere un finanziamento da un minimo di 15 fino a un massimo di 200 mila euro per i single e da 30 a 300 mila per le coppie, da restituire in 20 anni al tasso fisso dell’1,5%. La particolarità del modello altoatesino è che la somma accantonata nel fondo pensione complementare non viene toccata e può continuare a crescere nel tempo.

Ora, secondo il sindacato, la Provincia avrebbe intenzione innanzitutto di eliminare uno dei due modelli di restituzione fra i quali si può scegliere, il cosiddetto modello Bullet. L’Asgb fa presente che dall’introduzione del Bausparen un quarto dei richiedenti ha scelto proprio questo modello. In sostanza, per tutta la durata del mutuo si devono restituire soltanto gli interessi, che risultano piuttosto bassi. L’intera somma finanziata si deve restituire soltanto alla fine del mutuo agevolato ventennale. Ovviamente, così facendo si dà maggiore respiro al risparmiatore, che, oltre al Bausparen, spesso non sufficiente ad acquistare casa, deve comunque sobbarcarsi anche un mutuo classico in banca. Il tutto da pagare con un normale stipendio. Secondo l’Asgb si tratta di un modello molto buono perché alla fine, quando si deve restituire l’intera cifra presa a prestito, si può attingere al fondo pensione complementare, il quale nel frattempo si è rimpinguato.

Il secondo freno riguarda il tetto massimo finanziabile, che la Provincia vorrebbe far scendere da 200 mila a 150 mila per i single e da 300 mila a 200 mila per le coppie. La somma finanziabile può essere al massimo il doppio di quanto versato nel fondo complementare e l’assessore Tommasini sostiene che difficilmente il singolo versa più di 75 mila euro.

Il sindacato Asgb, non comprendendo le finalità di queste scelte che la Provincia avrebbe intenzione di portare avanti, ha scritto un’accorata lettera alla giunta provinciale, per scongiurare l’introduzione delle due nuove misure.

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