Gioco, i “drogati” aumentano da 4 a 37

Merano: fra azzardo, alcol, stupefacenti e tabacco, oltre mille le persone in cura al Serd. Il 5 per cento in più rispetto all’anno scorso


di Giuseppe Rossi


MERANO. A tre anni di distanza dalla sua costituzione il piano sulle dipendenze è operativo, in campo per contrastare il crescente fenomeno delle devianze, siano esse provocate dall'alcol, dalle droghe come dai farmaci o dal gioco. Nei giorni scorsi il procuratore capo del tribunale di Bolzano Guido Rispoli ha dato il suo sigillo al lavoro che sta coinvolgendo 18 tra servizi, enti e istituzioni, dalle coop sociali alle carceri, dalla sanità alla Caritas, dal Comune al Burgraviato e oltre quaranta esperti del settore. Il procuratore ha analizzato i dati, suggerito una serie di interventi, dato consigli e soprattutto ha chiesto di rendere istituzionale questo incontro, almeno una volta all'anno. Si tratta di un progetto, quello del piano territoriale per le dipendenze, sostenuto dal punto di vista scientifico dal dottor Umberto Nizzoli e che non ha paragoni a livello nazionale. L'urgenza del piano e dei suoi effetti positivi a cascata sul territorio, ha spiegato il direttore del Serd Gabriele Ghirardello, la dettano però i numeri. Gli assistiti dai servizi con problemi di dipendenza nel solo territorio meranese sono oltre mille, 1.050 per l'esattezza con un incremento degli utenti che sfiora il 5% all'anno. Il piano territoriale coinvolge 576 alcolisti, 296 tossicodipendenti - tra i quali 56 giovani tramite il progetto Step a cui collabora l'associazione La Strada - 68 familiari, 15 dipendenti da farmaci, 45 da tabacco e 37 da gioco d'azzardo. In particolare quest'ultimo fenomeno a Merano è in crescita esponenziale. Si è passati dai quattro casi gestiti nell'anno 2010, ai 19 dello scorso anno per arrivare ai 37 di quest'anno. In due anni il fenomeno si è praticamente decuplicato.

Torna, e questo è un dato che di per se è allarmante anche se estratto dal contesto generale, l'uso dell'eroina anche nella conca meranese, in particolare tra i giovani. «Il contatto non avviene più con la siringa - spiega Ghirardello - ma l'eroina ora si fuma. Poi quando non basta più si inizia a inettarla. Il ritorno prepotente dell'eroina si spiega con tre ragioni. La prima è che il mercato è saturo di cocaina a prezzi bassi, la seconda è che l'eroina ha effetto opposto a quella della cocaina e la terza è che i costi sono scesi. Con 20/50 euro si riesce a recuperare una dose». Ma il piano per le dipendenze non porta con sé solo dati negativi. Nel corso del 2012 il gruppo che si occupa di cura e riabilitazione coordinato da Ghirardello è riuscito a reinserire nel mercato del lavoro 26 utenti, inizialmente nelle cooperative sociali, poi sul libero mercato. Ma il gruppo di lavoro è anche riuscito a creare un protocollo d'intervento nel quale ogni ente coinvolto sa quale è la sua parte.

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