Giorgio Grai: «Qui ho potuto trovare la cultura del vino»

Al WineFestival pure il noto enologo e produttore bolzanino «Ho portato tre bottiglie e ho raccolto grandi soddisfazioni»



MERANO. Nel contesto del WineFestival, che è iniziato ieri, è stato dedicato un evento speciale dedicato ai 40 viticoltori che hanno segnato la storia e l'evoluzione recente del vino italiano. Personaggi ed aziende che, attraverso il loro lavoro e la loro tenacia, hanno saputo imporre il proprio marchio sui mercati sia nazionali che internazionali. Nella " crema", ieri pomeriggio al Pavillon, non poteva mancare Giorgio Grai, bolzanino, una vita dedicata al vino, diventato anche produttore. "Non volevo partecipare. Anzi: ho rifiutato l'invito. Poi Helmuth Köcher ha insistito. Ed eccomi qua. In questi ambienti si incontrano grandi difficoltà a presentare i vini, a degustarli con attenzione".

Cosa ha portato?

«Vini molto vecchi: uno spumante metodo classico del 1990, un Lagrein del 1976, ed un altro Lagrein del 1960».

I primi risultati?

«Fantastici. Non credevo in tanta attenzione. Gli intenditori si sono fermati a lungo, hanno chiesto spiegazioni, hanno degustato i tre vini che ho proposto, hanno fotografato le bottiglie. Insomma è stata una piacevole sorpresa».

Un segno, più che mai evidente, che cresce la filosofia del vino?

«Direi proprio di sì, almeno in questo Cult 2014 che gli organizzatori hanno voluto inserire nel Winefestival. Qui il vino lo si apprezza. Il resto è solo mercato, positivo si intende, ma resta comunque un mercato».

Gli assaggi dello spumante e dei due Lagrein che Giorgio Grai ha presentato si sono trasformati “in vere e proprie bombe atomiche” da parte soprattutto di alcuni giornalisti che, dopo aver gustato i tre vini, sono rimasti a lungo quasi in adorazione.

«Davvero è stata una grande soddisfazione essere presente qui a Merano. Ero molto scettico quando sono stato invitato ma l'insistenza di Köcher mi fatto cambiare idea. E sono contento di averlo fatto. Quando prevale la filosofia del vino per me ogni iniziativa diventa strabiliante. E proprio questa realtà l'ho potuta riscontrare oggi a Merano.

Quindi tutto bene.

«Ero perplesso, non lo posso negare. Perché è difficile valutare il gusto quando un prodotto è esposto in un ambiente come quello dove siamo stati ospitati. Mi sono ricreduto. Il fatto che abbia voluto presentare dei vini che hanno più di sei anni è stato indubbiamente significativo. Forse anche un rischio, calcolato. La risposta avuta è stata strabiliante, Non me lo aspettavo, lo confesso. Ma proprio per questo sono molto soddisfatto. Ha vinto, ancora una volta, la filosofia del vino. Ed è quello che conta anche in questa occasione del Winefestival che si tiene nella vostra magnifica città».(e.d.)













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