Gli anni ’80 in città e una colonna sonora tra jazz, disco e rock

Al Centro della cultura le serate di “Merano è una canzone” Con foto, testi e brani si rivive oggi il decennio del riflusso



MERANO. Terza serata del trittico “Merano è una canzone”, ideato dall’Upad e dedicato alla musica a Merano negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta. Oggi, alle 20.30, al Centro della cultura e a chiusura della serie vengono trattati gli anni Ottanta. In scena Patrizio Zindaco, a raccontare quel decennio su testi di Gigi Bortoli, immagini d’epoca ma anche della scena culturale più recente, brani documentari in certi casi registrati sul campo e la musica dal vivo di Rolando Biscuola e Christine Plaickner.

Nell'immaginario collettivo gli anni Ottanta sono quelli del riflusso. Eppure, in riva al Passirio, in quel decennio apparentemente regressivo sotto diversi punti di vista, la musica ebbe uno slancio inatteso ed imprevedibile. Quei pochi locali da ballo esistenti si trasformarono in discoteche per accogliere l'onda lunga della "Febbre del sabato sera" (1977). I locali da ballo meranesi si adeguarono alle nuove mode. Sotto l’Hotel Bristol comparve il Nephentà, mentre il vecchio Castello si trasformò in discoteca assumendo il nome di Sugar Shake. Eppure, quasi in controtendenza, negli stessi anni prese piede, prima timidamente, quindi con sempre più convinzione, la musica dal vivo nei locali pubblici. Battipista a Merano fu il Pub 1 di via Roma. In breve tempo, a scadenze regolari il pittoresco locale ospitò quanto di meglio circolava nella nostra regione.

E per molti musicisti locali della scena più recente come Gaby Freitag, il Pub 1 fu il battesimo del fuoco. Tra i tanti che si esibirono lì, non poteva mancare la magica Spolpo Blues Band di Bolzano, che per la prima volta fu ascoltata a Merano. Indimenticabile un suo energetico concerto all’insegna dei Rolling Stones in una sala gremita, densa di fumo e nella quale il pubblico accalcato oscillava vertiginosamente seguendo l’esibizione già allora irruente di Ago, la voce della Spolpo. Ma lì si esibì anche il Collettivo Musicale, e mossero i primi passi pianisti in erba come Michl Lösch o cantanti come Helga Plankensteiner.

Naturalmente non mancarono star di prima grandezza come Franco D’Andrea. Ma gli anni Ottanta videro apparire sulla scena musicale anche figure come Rolando Biscuola, maestro del fingerpicking, ancor oggi saldamente in sella. E in quegli stessi anni Ottanta prese corpo un altro fenomeno.

Stanchi del solito “zum pa pa” e delle marcette, molti componenti delle tradizionali bande di fiati si lasciarono attirare dalla novità rappresentata dalla comparsa di big band ispiratesi alle grandi orchestre jazz degli anni Trenta. Ecco dunque comparire, con numerosi concerti tenuti anche in città, la Karl Hanspeter’s Orchestra.

Un fenomeno che generò tutta una schiera di jazzisti ancor oggi protagonisti della scena locale. Ma a Merano, e qui ci troviamo nei primi anni Ottanta, grazie al Circolo I Maggio fiorì una grande stagione jazzistica che portò al Puccini dei grandi nomi del panorama jazzistico internazionale tra cui l’Art Ensemble of Chicago nel 1982 o, nel 1983 al Pavillon des Fleurs, Sam Rivers e Dave Holland, e il nostro Franco D’Andrea e Gianluigi Trovesi nel 1981. E, tanto per non farsi mancare nulla, nel 1986 nacquero le Settimane Musicali Meranesi, che quest’anno compiono 30 anni. E anche in questo caso la città iniziò ad ospitare i grandi artisti della scena internazionale. Da segnalare ancora la stagione dei Funkwagen, formazione meranese ispirati da King Crimson, Area e Miles Davis. In quegli anni, fu gruppo cult, con pochi concerti all'attivo e una certa esposizione sui media di settore.

Forte la matrice politica di sinistra. All’attivo un lp, "Il Caso Funkwagen" del 1985. Ultima novità del decennio, la comparsa dei promoter musicali. Iniziò Franz Heel con la sua “hell conerts” di Lana, che praticamente chiuse la sua esperienza con un concerto di Bob Dylan a Merano nel 1992.

A lui subentrò l’attività di Roland Barbacovi con la sua Show Time, ancor oggi attivissima sulla scena locale, ma soprattutto nazionale. (gi.bo.)

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