L'allarme

Gli anziani di Bolzano: «Bollette raddoppiate, così vivere è impossibile» 

Tre donne bolzanine che percepiscono pensioni ormai insufficienti raccontano come i nuovi rincari dell’energia abbiano aggravato una situazione già precaria


Paolo Tagliente


BOLZANO. Arrivare a fine mese? Un’impresa da prestigiatori del portafoglio, da acrobati della spesa, da contorsionisti della bolletta. Parola di pensionate. Ne abbiamo incontrate tre. Tutte vivono in appartamento di loro proprietà– «frutto di una vita di lavoro e di sacrifici» – , nel quartiere Europa-Novacella. Una proprietà che, nel famigerato calcolo dell’Isee, certo nelle aiuta. «Basta pochissimo per “sforare” la soglia minima degli 8 mila euro e non avere diritto ad alcun tipo di agevolazione». La loro voglia di parlare, di “urlare” la loro rabbia contro un sistema che maltratta gli anziani è pari alla composta dignità che le frena dal far pubblicare nome e cognome sul giornale. Anche per loro, l’ultima mazzata è arrivata con le bollette dell’energia: 60, 80, 100 euro in più rispetto a quelle precedenti. Una follia. Aumenti che, oltretutto, hanno avuto effetti immediati anche un po’ su tutti i prodotti nei negozi.

Grazia (nome di fantasia), ha 83 anni, è vedova e vive con 740 euro al mese. Ha lavorato per oltre vent’anni, dieci dei quali in Svizzera, ma le recenti riforme pensionistiche, con le continue modifiche e gli spostamenti delle soglie d’età, gliene hanno “mandati in fumo” tre. «Percepisco 600 euro di reversibilità – spiega – e altri miseri 140 euro della mia minima. Pago 250 euro al mese di spese condominiali, a cui vanno aggiunte le bollette della luce, aumentate di diverse decine di euro, e anche quelle di Seab». Facile intuire che una bolletta salita da un mese all’altro anche a 150 euro venga a spezzare quel delicato equilibrio che fino a dicembre scorso permetteva di sbarcare a fatica il lunario. «Quel che mi resta, deve bastarmi per vivere, pregando di restare in buona salute e, quindi, di non dover acquistare medicinali o di avere a che fare con il dentista».

Anna (nome di fantasia), 84 anni, percepisce 840 euro della pensione di reversibilità del marito, che per una vita ha lavorato alle Acciaierie di Bolzano. «Le prime bollette salatissime sono già arrivate – sbotta – anche se tutti le avevano annunciate per i prossimi mesi. E ora, mi trovo davvero nella condizione di dover decidere se mangiare o pagare luce e riscaldamento. Ho problemi di udito, so che ci sono contributi per l’acquisto degli apparecchi acustici, ma la spesa resterebbe comunque troppo alta per me. Fa male – conclude – pensare che io e mio marito abbiamo trascorso una vita intera senza lussi o svaghi, per poter comperare una casa, ma ora spese condominiali, bollette diventate insostenibili e il costo della vita in una città che è la più “cara” d’Italia rendono la vita davvero difficile».

Maria (anche per lei, un nome di fantasia) ha 75 anni, suo marito ha qualche anno più di lei, è cardiopatico e percepisce una pensione di 1100 euro. «Una cifra che ora è insufficiente per pensionati come noi – sbotta – che qui, sono in gran parte proprietari degli alloggi in cui vivono. Molti dei medicinali non sono mutuabili, le spese condominiali alte, sperando sempre che non siano necessari interventi di manutenzione dell’edificio, e l’ultimo rincaro di luce e gas, che ha quasi raddoppiato anche le nostre bollette, ci mettono in grandi difficoltà». L’amarezza è grande e grande è anche il risentimento, nei confronti delle istituzioni e di chi, secondo le tre donne, ha permesso che si arrivasse a questo punto.

«Dove sono i sindacati? – si chiedono – Certo, ci offrono consulenze e consigli, ma perché non si battono per noi? Perché non fanno la voce grossa per far valere i nostri diritti? E i politici che prima delle elezioni dispensano promesse e finti sorrisi? Dove sono finiti ora?».Nelle parole delle tre donne non c’è alcuna traccia di razzismo, ma la convinzione che aiuti e agevolazioni siano destinati solo a chi viene da Paesi stranieri quasi le offende. «Certo che vanno aiutati – concludono – ma perché gli anziani sono costretti a vivere in miseria? Costretti ad ascoltare segreterie telefoniche per ore, a chiedere aiuto a parenti o amici per compilare moduli su internet o a mandare mail a questo a quell’ufficio per ogni minima richiesta? Volete avere una misura di quali siano le difficoltà dei pensionati? Volete vederle con i vostri occhi? Allora andate ad osservare gli anziani che, qui, nella ricca Bolzano, rovistano tra i resti del mercato del giovedì, in cerca di qualche verdura ancora buona o di altri alimenti. Vergogna».

 













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