frutticoltura

Gli esperti: grandine, il 25% del raccolto è andato perso

Registrati picchi dell’85 per cento a Pinzano e Doladizza. Si susseguono i sopralluoghi dei tecnici nei frutteti della Bassa Atesina


di Bruno Tonidandel


EGNA. Si susseguono i sopralluoghi dei tecnici nei frutteti della Bassa Atesina per valutare i danni della disastrosa grandinata di 20 giorni or sono.

I frutticoltori più fortunati, o meglio, più previdenti, quelli che hanno investito sulle reti di protezione delle colture, stanno quasi terminando la raccolta delle mele Gala. E sono certi che quest'anno, anche perché tutta l'Europa soffre di un sensibile calo di produzione frutticola, causa gelo e grandine, la quotazione sarà senz'altro non proprio alle stelle ma decisamente superiore a quella delle ultime annate. Se per le passate raccolte, la media degli incassi si attestava sui 30/35 centesimi di euro al kg - a malapena si coprivano le spese di produzione - per il conferimento del 2017 non è esagerato pensare a 50/55 centesimi. Ma questo "premio" sarà appannaggio esclusivamente per la frutta sotto rete. Gli agricoltori invece che piangono il loro raccolto distrutto dalle "palle" di ghiaccio cadute dal cielo, nei giorni scorsi hanno staccato le Gala dall'albero selezionandole attentamente: quelle poche che si sono salvate dalla grandine sono state conferite come merce da tavola, quelle scaraventate a terra dalla furia del temporale e, ovviamente, quelle colpite dai chicchi di grandine, sono state portate alle cooperative come prodotto da industria. Peter Weissensteiner, tecnico dell'"Og-Dienste", vale a dire dell'Ufficio Servizi delle Cooperative Frutticole, con nuova sede a Termeno, dopo aver passato a setaccio i frutteti della Bassa Atesina, è categorico: "La grandinata ci ha tolto in media il 25% della produzione di mele. L'evento disastroso si è accanito soprattutto sulle campagne a sud di Egna, di Cortaccia fondovalle, di Cortina, di Magré, di Salorno in zona Garbe e Pochi, ma anche su Montagna, nelle località di Pinzano e Doladizza. In queste ultime località di collina - chiarisce Weissensteiner - il danno arriva all'85%". Il paese di Ora è stato un po' più fortunato. Per quanto riguarda i soci dei vari Consorzi della Bassa Atesina, che ora con le varie fusioni sono solamente due: "Kurmark-Unifrut" di Magré e "Roen" che raggruppa i frutticoltori appartenenti ad "Eofrut" di Termeno ed "Egma" di Caldaro, la perdita di mele dei primi, quelli della cooperativa di Magré, si attesta sul 30%, quella dei secondi sul 20%. I frutticoltori invece della Cooperativa "Neufrucht" che da poco si è fusa con la "Grufrut" di Bronzolo, accusano una perdita di mele da tavolo del 35%. Ci sarà quindi un'invasione di mele destinate all'industria. "Sì - ci ha detto Peter Weissensteiner - se nel 2016 la Bassa Atesina aveva conferito alla Vog 1.300 vagoni (130.000 quintali) di mele destinate alla produzione di succhi, composta e da inscatolare, quest'anno il quantitativo di questa merce raggiunge una quantità di 4 mila vagoni." Peter Weissensteiner, con il collega Daniel Sanoll, non si occupa solo di valutare i danni di un evento disastroso, che può essere il gelo primaverile, la grandinata, le folate di vento, ma studia anche la maturazione delle mele e la consistenza della polpa per definire l'epoca di raccolta. Fa la stesura quindi delle cosiddette "finestre", poco amate dai contadini perché sono tenuti a conferire le mele entro i termini di ogni periodo ben stabilito, con un inizio e un termine, pena il deprezzamento delle mele conferite in ritardo.

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