Gli imprenditori ai politici: «Serve una terapia d’urto»

Il presidente Pan: gli obiettivi primari devono essere crescita ed occupazione. Il rilancio dell’economia non può che passare per il calo della pressione fiscale


di Maurizio Dallago


BOLZANO. La vera sfida per il mondo dell’imprenditoria è legata alla crescita. Senza quest’ultima l’Italia è destinata a rimanere al palo. Ed ecco il manifesto di Confindustria sposato in toto da Assoimprenditori Alto Adige in occasione delle elezioni politiche. Si va dalla diminuzione della spesa corrente alla riduzione del cuneo fiscale, dalle liberalizzazioni alla semplificazione burocratica.

Un programma a forte impatto. «Siamo consapevoli di chiedere misure forti, che però sono necessarie per rilanciare il Paese. Abbiamo le capacità non solo per ripartire, ma per trasformarci in un laboratoriomodello: per sfruttarle appieno è indispensabile migliorare il contesto in cui operano le nostre imprese», sottolinea il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan, indicando gli interventi a favore dell’export introdotti dalla Provincia, in particolare il nuovo fondo di garanzia dei crediti, come esempio positivo in questa direzione.

Contribuire e promuovere lo sviluppo del territorio è uno degli obiettivi prioritari dell’associazione degli imprenditori altoatesini. Per raggiungerlo, nei mesi scorsi Assoimprenditori ha collaborato a livello locale alla stesura dell’Agenda delle riforme, ideata assieme alla Camera di commercio ed alle altre associazioni economiche. Allo stesso tempo, Assoimprenditori a livello nazionale ha partecipato attivamente alla realizzazione di un secondo documento di indirizzo, il «Progetto di Confindustria per l’Italia» presentato nei giorni scorsi.

Il manifesto si pone dei traguardi molto ambiziosi. Senza riforme, infatti, l’economia italiana non crescerà oltre lo 0,5 per cento all’anno ed il tasso di disoccupazione nel 2014 salirà al 12,4 per cento. Attuando le misure previste dal documento di Confindustria, il Pil tornerebbe, invece, a salire fino al 3% ed attraverso la creazione di 1,8 milioni di nuovi posti di lavoro il tasso di disoccupazione calerebbe all’8,4 per cento. A trainare questa ripresa sarebbero soprattutto le imprese, rese più competitive sul mercato internazionale da una serie di interventi: il calo della pressione fiscale dall’attuale 45,1 al 42,1 per cento, il taglio dell’8 per cento del costo del lavoro attraverso la riduzione di oneri sociali e Irap, l’aumento del 50 per cento degli investimenti in infrastrutture e la diminuzione del costo dell’energia per allinearlo a quello del resto d’Europa.

Le priorità sono queste: la diminuzione della spesa pubblica corrente, la riduzione del cuneo fiscale, il pagamento puntuale dei debiti verso le imprese, il sostegno ad innovazione ed export, le liberalizzazioni e la semplificazione burocratica.

Sono tutti interventi chiesti da Assoimprenditori anche a livello provinciale. «Non si tratta di un libro dei sogni, ma di misure concrete che, se attuate, permetteranno all’Alto Adige ed all’Italia di tornare a crescere. Insieme riusciremo a promuovere quel cambio di mentalità a livello politico che non potrà che dare nuovo slancio alla nostra economia», ancora il presidente Pan. Per lui, come per tutti gli imprenditori «bisogna ridefinire il ruolo dello Stato per renderlo più efficiente». In pratica si chiede più liberalismo, riducendo i livelli di governo e le regole. Ma sia lo Stato ad applicare per primo le sue leggi e «pagando i propri debiti». Basti pensare che oggi ci sono 48 miliardi di debiti commerciali da parte dello Stato e degli enti locali. Le imprese aspettano.













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