Gli skater: «Noi esempio di integrazione»

Zanvettor (Sk8 Project): «Il Comune, però, deve migliorare l’illuminazione di tutta l’area sportiva»



BOLZANO. I Prati del Talvera possono essere un punto di aggregazione ed integrazione. Oltre ogni estrazione sociale, etnia o età. Per trovarne un esempio non serve andare tanto lontano: basta varcare i cancelli dello skatepark Platza. È a due passi da qui che giorni fa si è scatenata l'impressionante rissa con le mazze. Patrick Zanvettor, vicepresidente dell'associazione Sk8 Project, lo frequenta quotidianamente e ne conosce i dettagli. «Quello che siamo riusciti a fare allo skatepark può essere un esempio. Sfruttare una passione, coinvolgere i cittadini e fare in modo che ne usufruiscano più persone possibile. Ogni giorno abbiamo tra i 50 e i 70 skater alle rampe di ogni età e provenienza. Ci posso andare io appena finisco di lavorare come il bambino piccolo. Poi, magari, ci prendiamo un gelato insieme. Non è anche questo il senso di un parco?». Già, solo che sempre più spesso tra i cespugli si annida la microdelinquenza. «È successo anche a noi di subire alcuni furti dagli zaini lasciati a bordo del Platza oppure sulle panchine. Non dobbiamo esagerare né in un senso né nell'altro. Le risse così violente non sono certo la normalità, ma è anche sbagliato dire che tutto sia sempre assolutamente tranquillo».

Analizziamo, però, più nel dettaglio proprio la zona dei campetti sportivi. «Sarebbe opportuno che l'amministrazione imponesse l'uso esclusivo dei campi per lo sport cui sono progettati. Capita, infatti, che si mettano in tanti a giocare a cricket impedendo ogni altra attività. Questo non va bene». C'è, infine, una questione strettamente legata allo skatepark da valutare. «Va migliorata l'illuminazione perché non c'è nemmeno un lampione su quell'area. Prima di tutto per un motivo di sicurezza e poi per renderlo ancora più fruibile ad ogni ora». (a.c.)

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