Gli studenti saltano il rientro a scuola per giocare alle slot

La denuncia del preside del Mattei Alberto Conci: «Persi nei bar, si dimenticano delle lezioni del pomeriggio»


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Dai locali pubblici vanno rimosse non solo le slot machine ma anche tutti gli altri apparecchi mangiasoldi che rovinano gli adulti ma anche i più giovani. E la rimozione non deve riguardare solo il centro storico, zona ritenuta sensibile, ma tutto il territorio comunale. Il grido d'allarme viene lanciato da Alberto Conci, questa volta non in veste di consigliere comunale di Insieme ma di preside dell'Istituto professionale di lingua italiana “Enrico Mattei” di Bressanone, ruolo che gli permette di analizzare bene la situazione e di denunciare che un numero sempre più alto di studenti dopo la scuola passa ore a giocare alle slot machine o arriva in ritardo a lezione per aver dimenticato gli impegni scolastici a causa del gioco. Una piaga che si sta diffondendo sempre più rapidamente.

«Un tempo c'era la bisca, con il biliardo e i videogiochi, locali dove spesso molti giovani “bigiavano” la scuola e si rintanavano tutta la mattina a giocare a biliardo, con sfide infinite per il gusto di dimostrare il proprio talento – spiega Alberto Conci – Oggi, invece, ci sono molti posti dove si gioca quasi esclusivamente a poker. Ma non quello classico, ormai fuori moda, adesso la sfida è quasi sempre ai video giochi, alle slot machine, al “Texas hold'em».

E il fenomeno riguarda anche Bressanone. Vi sono giovani, già a 15-16 anni, che frequentano casinò, bar pieni di slot machine, aperti anche di giorno. Ragazzi attratti dal gioco, pronti a puntare tanti soldi per volta, come vedono fare dai loro beniamini in tv: campioni di hold'em capaci di vincere migliaia di euro con una sola mano ben giocata. E il vero problema è che i minorenni sono abituati a giocare anche a casa, su Internet, con schede prepagate, senza il controllo delle famiglie. Ne ho avuto conferma dopo aver scoperto che alcuni studenti, stranieri ma anche brissinesi, giocano alle slot machine. Studenti che finita la scuola si rintanano nei bar e spendono soldi in queste infernali macchinette; studenti che arrivano addirittura in ritardo al rientro pomeridiano perché intenti a “guadagnare” alle slot machine presenti nei vari bar dislocati ormai ovunque. Noi contattiamo i genitori, gli parliamo e ogni volta scopriamo che non immaginavano che i figli fossero prede del gioco. Una volta si andava al parco, ma ora, fra paghette e altre entrate, i giovani hanno i soldi sufficienti per giocare. Cominciano con i “Gratta&vinci” e poi passano alle slot machine. Un problema serio». Conci, dunque, plaude all'ordinanza del Comune che porterà alla rimozione delle slot da dodici locali del centro, ma ritiene che il provvedimento vada ampliato ad altre macchinette e a tutto il territorio comunale.

«Bisogna assolutamente vietare che i bar abbiano delle slot machine al loro interno e ritengo indispensabile vietarne l’uso su tutto il territorio cittadino – conclude il preside - In questo periodo di forte crisi economica, che ha di fatto impoverito molte famiglie italiane, diventa ancor più importante unire gli sforzi e fissare delle chiare regole comportamentali ed educative, a tutela della fascia più debole della società. Gli adolescenti sono meno “equipaggiati”, costituiscono la parte più “liquida”, più fragile della collettività e vanno sicuramente aiutati e sensibilizzati rispetto ai danni drammatici che il gioco ed il guadagno facile determinano. Un connubio, questo, deleterio per la nostra comunità e che non permette ai giovani di guardare con serenità al proprio futuro».

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