Gnecchi: «Lavoro, questo decreto riduce la precarietà»

Contratti a termine: limitate a cinque le proroghe in 32 mesi Apprendistato, contratti di solidarietà e maternità: le novità


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Luisa Gnecchi, capogruppo della commissione lavoro del Pd, valuta positivamente il Decreto per il rilancio dell’occupazione approvato nei giorni scorsi alla Camera e che dovrà essere convertito in legge al Senato entro il 19 maggio. Il decreto Poletti è una delle misure previste all’interno del «Jobs Act», il piano per il lavoro messo a punto dal governo Renzi con l’obiettivo di favorire il rilancio dell’occupazione, riformare il mercato del lavoro e il sistema delle tutele. «Tra le misure più significative - spiega la Gnecchi - spicca la semplificazione del contratto a termine e del contratto di apprendistato, in modo tale da renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo». Si mira anche a ridurre le vertenze tra datori di lavoro e lavoratori. Ci sono norme sui servizi per il lavoro, sulla verifica della regolarità contributiva e sui contratti di solidarietà, i cui stanziamenti sono stati triplicati, da 5,16 a 15 milioni di euro.

Il contratto a termine. Tra le novità ci sono l’innalzamento da 12 a 36 mesi, proroghe comprese, della durata del rapporto di lavoro; l’introduzione di un limite al numero dei rapporti a tempo determinato che non possono essere superiori al 20% dei contratti a tempo indeterminato (fatta eccezione per le imprese fino a 5 dipendenti); un numero massimo di 5 proroghe nei 32 mesi. Previste misure importanti anche a tutela delle donne. «Il congedo di maternità - spiega la Gnecchi - concorrerà a determinare il periodo minimo di 6 mesi in modo tale che la lavoratrice acquisisca un diritto di precedenza per contratti successivi presso la stessa azienda».

L’apprendistato. Sono sostanzialmente tre le misure introdotte dal decreto: la previsione della forma scritta per il piano formativo individuale, il principio della stabilizzazione di una parte degli apprendisti come condizione per la stipula di nuovi contratti, mentre la retribuzione dovrà essere pari ad almeno il 35% del monte ore complessivo.

Contratto di solidarietà. Innanzitutto nel decreto è stato innalzato il limite di spesa delle risorse da destinare ai contratti di solidarietà: da 5,16 a 15 milioni di euro annui a partire dal 2014. L’articolo 5 introduce la possibilità di stabilire con decreto interministeriale i criteri per l’individuazione dei datori di lavoro beneficiari delle agevolazioni contributive.

Durc. Con l’articolo 4 del Decreto viene semplificato il “Documento unico di regolarità contributiva”. È stato superato, infatti, l'attuale sistema che impone ripetuti adempimenti amministrativi alle imprese. A breve si potrà verificare con modalità telematiche e in tempo reale la regolarità contributiva nei confronti di Inps, Inail e Casse edili.

Il monitoraggio. «Un'intenzione del ministro Poletti che abbiamo apprezzato - sottolinea la deputata del Pd - è quella di arrivare ad un reale monitoraggio». Decorsi dodici mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto, è prevista una relazione alle Camere «evidenziando in particolare gli andamenti occupazionali e l'entità del ricorso al contratto a tempo determinato e al contratto di apprendistato, ripartito per fasce di età, genere, qualifiche professionali, aree geografiche, durata dei contratti, dimensione e tipologia di impresa e ogni altro elemento utile per una valutazione complessiva del nuovo sistema di regolazione di questi contratti di lavoro».

Inserito anche un inciso, secondo il quale «il contratto a tempo indeterminato resta la forma comune del rapporto di lavoro». Purtroppo sembra quasi una richiesta fuori dal tempo. Anche per l’Alto Adige.

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