Golser, un anno da vescovo all'insegna della convivenza

Esattamente un anno fa il “sì” di monsignor Golser all’ordinazione a vescovo nel Duomo di Bressanone. La nomina era arrivata ai primi di dicembre, alla vigilia di San Nicolò, dopo qualche mese dalla scomparsa inattesa del predecessore Wilhelm Egger


Paolo Valente


Esattamente un anno fa il “sì” di monsignor Golser all’ordinazione a vescovo nel Duomo di Bressanone. La nomina era arrivata ai primi di dicembre, alla vigilia di San Nicolò, dopo qualche mese dalla scomparsa inattesa del predecessore Wilhelm Egger. La ricorrenza del primo anno sarà celebrata a Bolzano e Bressanone con la sobrietà che contraddistingue i rapporti di Golser con i fedeli e la popolazione altoatesina in genere. Non c’è dubbio che l’episcopato di mons. Golser si ponga in continuità con chi lo ha preceduto. Lo ha dichiarato lui stesso più volte, spiegando il suo motto pastorale.
Scelto per orientare la propria azione: "Cristo nostra pace". "Mi collego - ha detto in un'intervista al mensile paolino Jesus - al motto del mio predecessore, il vescovo Egger,'syn' (insieme), e lo allargo a tutte le dimensioni delle società, la giustizia, l'ecologia, i problemi sociali, le nuove sfide. Puntando su Cristo, sul nostro Battesimo. Partiamo da un'identità chiara anche per affrontare la sfida della convivenza e dell'accoglienza, tra italiani, tedeschi, ladini e immigrati".
 Ecco la prima colonna dell'azione di Golser: la promozione di una convivenza autentica non solo tra i tre tradizionali gruppi linguistici dell'Alto Adige, ma anche con le altre espressioni culturali e religiose che trovano casa nella Terra tra i monti, dopo qualche decennio di immigrazione dal resto del mondo. Non per nulla il vescovo è stato recentemente eletto Presidente della Commissione Regionale per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso per le Diocesi del Triveneto.
 Da anni questi temi sono oggetto delle sue azioni e riflessioni.
 Subito dopo la sua ordinazione episcopale il vescovo diocesano ha incontrato i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti in Alto Adige.
 Quest'anno, inoltre, ha partecipato a un incontro interreligioso nel Giardino delle religioni e alla celebrazione liturgica in occasione della conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. A nessuno può sfuggire l'attualità, diremmo quasi l'urgenza di stabilire tra le comunità religiose relazioni positive di dialogo.
 Una seconda caratteristica importante del vescovo Golser è la sua professione di teologo. A chi gli chiede come egli viva questo doppio ruolo, vescovo e teologo, egli risponde: "I teologi devono accogliere il Magistero e collaborare con i vescovi. Ma possono anche essere avanti, come profeti che aprono piste che poi il Magistero percorre. A volte abbiamo troppa presenza del Magistero, dichiarazioni un po' precipitose dei vescovi su argomenti che richiederebbero prima un dibattito più approfondito tra i teologi. Occorrerebbe avere degli spazi in cui le cose potessero maturare serenamente, per poi giungere a un pronunciamento del Magistero. In una società mediatica c'è forte pressione a fare esprimere i pastori. Ora dovrò anche considerare la collegialità con gli altri vescovi. E sarà interessante vedere le cose da quest'altro versante".
 Golser è certamente fedele a questi suoi propositi. La sua competenza, in particolare nel campo dell'etica, gli consente di affrontare senza complessi di inferiorità gli argomenti controversi legati, ad esempio, alla tutela dell'ambiente e alla bioetica. La sua formazione gli dà anche una libertà, non scontata per un uomo di chiesa, nell'incontrare settori della società i quali non sono necessariamente in sintonia con le parole dei suoi confratelli: dai politici, ai giornalisti, ai medici e, ultimamente, agli artisti.
Il rispetto della coscienza del singolo - che per il cristiano va formata alla luce del messaggio evangelico - diviene appello alla comune responsabilità.
 Emblematica la figura del martire antinazista bolzanino Josef Mayr-Nusser cui il vescovo ha dedicato quest'anno 2010 in attesa che forse, chissà, sia lo stesso papa Benedetto XVI, ospite a Bressanone, a riproporla con forza all'attenzione degli altoatesini.
 Il messaggio del vescovo Golser in quest'anno è duplice: per chi si riconosce come membro della comunità cristiana è un appello a riscoprire le radici evangeliche del proprio impegno nella società (cioè al servizio della pace e degli ultimi).
 Per tutti gli altri è un invito al dialogo, al rispetto reciproco, alla pace, alla comune responsabilità che deriva dal vivere insieme in questa terra di scontri e di incontr













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