Guida vini dell’Espresso: sul rapporto qualità-prezzo vince il Pinot di Cornaiano

Il Plattenriegl 2011 votato come vino dell’anno in questa classifica, e l’Alto Adige si conferma fra le prime regioni italiane


di AngeloCarrillo


BOLZANO. La prima notizia che balza all’occhio e che meglio di tante parole svela il segreto dell’enologia altoatesina è il premio per il vino con il miglior rapporto qualità prezzo d’Italia che si è aggiudicati il Pinot Bianco Plattenriegl 2011 della cantina di Cornaiano. Meno di 10 euro per un vino che raggiunge il punteggio di 18,5 ventesimi.

Un risultato dietro al quale non c’è solo il “genio” di un qualche cantiniere, ma un sistema che sa fare qualità a prezzi concorrenziali. Insomma anche quest’Alto Adige rimane saldamente tra le prime tre o quattro regioni italiane per livello complessivo della produzione enologica secondo la guida Espresso 2013. Un risultato celebrato da 19 vini che si aggiudicano un punteggio superiore a 18ventesimi segnalato dal simbolo delle “5 Bottiglie”.

Per non dire dei premi minori e delle cantine segnalate per l’alta media delle proprie produzioni. Per i curatori della guida Ernesto Gentili e Fabio Rizzari la serrata competizione tra grandi cooperative e cantine private e i piccoli vignaioli che da qualche anno ormai anima anche il dibattito interno, si risolve in un sostanziale pareggio: cantine sociali e vigneron firmano vini molto buoni, non di rado buonissimi.

Nel campo dei bianchi continuano ad essere apprezzati i vini da uve aromatiche, a cominciare dai Sauvignon, declinati nel registro più maturo ed elegante (vedi il Voglar 2010 di Dipoli ol il Castel Giovanelli2010 di Caldaro per non dire del Quarz 2010 di Terlano) a scapito dei Sauvignon più freschi ed erbacei.

Nel numero sempre elevato di Traminer offerti dalla regione, si spazia da vini più immediati che hanno abbandonato la fase dei Gewürztraminer potenti e muscolari, a prodotti più netti, pieni di profumi e sapore.

Ma è soprattutto il Pinot Bianco ad essere giudicato, e non a torto, il vero punto di forza del territorio. Una tipologia molto lenta ad aprirsi e a mostrare le sue doti di finezza dove gli esempi migliori uniscono eleganza aromatica a una grande delicatezza gustativa, Vini che vanno seguiti con attenzione anche nel tempo (tra i premiati il grande Pinot Blanc 2010 di Niedrist).

Guadagna consensi il Sylvaner, capace di dare vita a vini di vibrante intensità, soprattutto in aree vocate quali la Valle Isarco vedi l’ottimo Sylvaner del Köfererhof . Tra i rossi il Lagrein continua a conquistare nuovi consumatori, e quindi nuove aree produttive, sebbene al di fuori della zona classica, intorno a Bolzano, non sia facilissimo trovarne buone bottiglie.

Infine anche l’Espresso segnala con l’alto riconoscimento al Santa Maddalena Classico 2011 Untermoser , la Nouvelle Vague della Schiava “un po’ in ombra fino a qualche anno fa, vini tipici e sulla carta più semplici quali il Santa Maddalena sembrano avere in media una maggiore felicità espressiva rispetto ai Pinot Nero, spesso ambiziosi e un po’ imbrigliati nell’imitazione di un Borgogna rosso”. Chiude il quadro la sempre agguerrita pattuglia di bianchi dolci, tra i più gustosi dell’intera penisola con i meritati premi al Pasithea Oro 2010 della cantina sociale Cornaiano e l’interessantissima e originale Vendemmia Tardiva Spielerei 2010 della Cantina Unterortl in Val Venosta del vignaiolo Martin Aurich . Uno a uno e palla al centro.













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