«Ho percorso una vita piena di grandi momenti»

Ha festeggiato gli 80 anni e per due decenni ha guidato il Palazzo Vescovile L’incontro con Ratzinger e i libri su Chiesa e Papato: «Continuerò a scrivere»


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Ha festeggiato i suoi “primi” 80 anni e a settembre, dopo quasi venti anni alla guida del Palazzo Vescovile di Bressanone, andrà in pensione, lasciando la carica di presidente a Josef Matzneller. Ma Josef Gelmi, uomo di chiesa, di grande cultura e ricco di ironia, è felice, non ha rimpianti. È stato lui stesso a chiedere al vescovo Ivo Muser di lasciare un anno prima del previsto.

«Sì. - conferma - Il mio mandato sarebbe scaduto nel 2018, ma ho chiesto al vescovo di anticipare il pensionamento al prossimo settembre, un mese simpatico, in modo da poter vivere la vita in modo più leggero e senza troppi pensieri. E il motivo è semplice: ritengo sia giusto lasciare in un momento di successo, quando le cose vanno bene, in modo che la gente possa dire “Peccato che se ne vada” e non “Finalmente va via"».

Le dispiace andare in pensione?

«No, sono contento, sereno, perché porto con me ricordi bellissimi di quasi venti anni pieni di eventi e di emozioni».

I momenti più belli?

«Sono diversi. Ad esempio, quando sono andato a Milano, dall’avvocato Alberto Crespi a prendere il dipinto del 1450 "L’Uomo dei Dolori" che ci è stato donato con grande generosità. Ed è stato un momento felice la visita di papa Benedetto XVI nel 2008. Poco prima del suo arrivo andai a Roma per consegnargli il mio libro "I Papi col nome Benedetto", mostrandogli anche il documento dell’esamina di matrimonio dei suoi genitori da parte del parroco di Rio di Pusteria. Ebbene, quando lesse che sua madre era stata considerata "donna molto preparata in religione" sorrise contento. E poi, durante l’incontro a Bressanone, il papa mi spiegò che il mio libro gli era piaciuto e che l’aveva letto a voce alta al fratello Georg che è non vedente».

E i momenti difficili?

«Sa una cosa? Non ne ricordo».

Collabora a qualche anno con la Bressanone Turismo e il Comune nell’organizzazione di grande eventi. Perché?

«Penso che le sinergie con la Bressanone Turismo e il Comune abbiano portato benefici alla città, al Palazzo Vescovile e al Museo diocesano. Spero che questa collaborazione possa proseguire con risultati sempre migliori».

Il suo successore sarà Josef Matzneller.

«Conosco Josef Matzneller molto bene, abbiamo studiato insieme a Roma, ha sempre ricoperto incarichi importanti, porterà al Palazzo la sua esperienza e il suo equilibrio. Ritengo sia la persona giusta per questo incarico, l’ho detto anche al vescovo e devo dire che sono stato proprio io ad incoraggiare Matzneller ad accettare la nomina. Sarà un ottimo presidente».

Nella sua lunga carriera ha scritto quasi 40 libri.

«La scrittura è la mia passione: ho scritto libri sul Papato e della Chiesa del Tirolo. Quello di maggiore successo, tradotto in italiano, spagnolo e polacco, è stato "I Papi" e di recente ho pubblicato in tedesco il libro "Papa Francesco, una Rivoluzione dall’alto". Ho ancora diverse idee, ma penso che la vita vada anche vissuta in leggerezza. Quindi, da pensionato mi dedicherò di più al tempo libero, senza però dimenticare la scrittura».

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