Holzmann sotto choc: «Non sono finito»

Fratelli d’Italia prepara il ricorso contro l’esclusione dalle elezioni. Bertolucci e Sigismondi: braccio di ferro sulla legge


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Fratelli d’Italia non alza ancora bandiera bianca. Il movimento è sotto choc per l’esclusione dalle elezioni provinciali, «anzi siamo arrabbiati neri», si sfoga Giorgio Holzmann. Sono pronti a presentare ricorso al Tar per chiedere la riammissione. Oggi presenteranno le tesi a loro sostegno.

La débâcle brucia, perché arriva dopo la mancata partecipazione alle elezioni politiche, sempre per una questione di firme. Allora Fratelli d’Italia non raggiunse la cifra stabilita, questa volta sono inciampati in una questione di territorialità. Il giudice di pace Antonio Paolo Arman, scelto come autenticatore, opera a Mezzolombardo e ciò comporterebbe la cancellazione delle 200 firme da lui autenticate.

Come è possibile che politici con vent’anni di campagne elettorali alle spalle incorrano in uno scivolone simile? Si è peccato di leggerezza? Tra gli avversari le risatine si sprecano. Holzmann non ci sta: «Arman ci aveva garantito che poteva autenticare, si era anche informato. La legge provinciale non dice nulla in proposito, la Commissione elettorale centrale si appoggia alla giurisprudenza amministrativa. Daremo battaglia». È stato decisivo per l’esclusione il ricorso presentato da Alessandro Bertoldi (Forza Italia), ennesimo episodio della guerriglia nel centrodestra, ma ieri a Fratelli d’Italia è arrivata la solidarietà di Marco Galateo (candidato con Forza Alto Adige) e Mauro Minniti (La Destra), che ora apre le porte: «Si dia ora il via ad un percorso unitario. Senza Fratelli d’Italia ci sono campi di riferimento politici che rischiano di non trovare più rappresentanza e rappresentatività. Ad essi “la Destra” si rivolge dando ampia disponibilità di visibilità e di parola».

Massimo Berloffa, che non si era candidato, commenta: «Essere buttati fuori così fa dispiacere. Ancora di più per l’esposto di un partito che dovrebbe essere un potenziale alleato. In consiglio comunale ho visto persone esultare. Persone di centrodestra, non di centrosinistra. È un colpo forte, dopo le politiche, e non abbiamo fatto una bella figura. Non mi ero candidato perché mi sembrava improponibile che il centrodestra si presentasse con sei liste, ora diventate quattro. Non volevo partecipare a quel gioco. È il momento di fare anche autocritica».

Paolo Bertolucci racconta: «Continueremo la battaglia, stiamo raccogliendo tutto il materiale. È anche un problema politico, ovviamente. Ma è troppo presto per parlarne ora, perché speriamo di tornare in gioco». La solidarietà da destra? «Ci hanno sparato, qualcuno si dispiace, qualcuno proverà a fare sciacallaggio», conclude Bertolucci. Anche Alberto Sigismondi rifiuta di passare per superficiale: «Autocritica? Più che fidarsi di Arman, ex segretario generale del Comune, cosa dovevamo fare». Il movimento è finito? «Sicuramente no. Delusi tanto, ma non è la fine di nulla».

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