I cento anni di Gino Corvetta da postino a maestro d’arte 

A Bolzano dal 1928. Nato in Friuli si trasferì in città a sette anni Da giovane mille mestieri: muratore, imbianchino, falegname Le nozze in piena seconda guerra mondiale, poi il posto fisso all’Enel Infine le mostre, l’Accademia di disegno di Venezia e i corsi a Salisburgo



Bolzano. Il bolzanino Gino Corvetta festeggia domani i suoi primi 100 anni. Come ricorda il figlio Renzo, Gino Corvetta è nato in Friuli il 7 di febbraio 1921 e con mamma e quattro fratelli è giunto nella Bolzano del regime fascista nel 1928 in cerca di fortuna. Sono ancora vivi in lui i ricordi del carro che li portava in stazione con le poche cose che la famiglia possedeva, compresa la gabbietta col suo canarino. Di estrazioni modeste, il piccolo Gino fin da bambino si è dovuto arrangiare e vivere di espedienti. Da ragazzo ha svolto ogni tipo di mestiere: muratore nel cantiere delle acciaierie di Bolzano, imbianchino, falegname, postino. Alcuni ricordi di quel periodo che gli stanno particolarmente a cuore sono la pesca con i fratelli nei canali di irrigazione nella zona di Terlano e la prima discesa con gli sci da sé stesso costruiti sui prati del Colle o la ricerca degli uccelli canori nei boschi di Monticolo. Nel giugno del 1943 – in pieno periodo bellico – Gino, allora militare in servizio di leva, sposa Anna con la quale avrà tre figli: Elsa, Giovanna e Renzo. Alloggiata in via Cavour nelle case postali, la famiglia scampa fortunatamente indenne i numerosi bombardamenti alleati che prendevano di mira la stazione di Bolzano e la linea ferroviaria del Brennero. Finita la guerra, Gino e la sua famiglia iniziano a godere di un modesto benessere. La bicicletta lascia posto alla prima motocicletta – una Bianchi Stelvio 250 cc – con la quale l’intera famiglia inizia a fare le prime piccole gite. Segue la prima automobile nel 1966 e le prime vacanze al mare. Nel 1955 Gino ottiene un posto fisso di lavoro presso la Ste – Società Trentina di Elettricità – poi incorporata dall’Enel, prima alla centrale idroelettrica di Lana poi a quella di Bolzano vicino a Castel Roncolo. Finalmente ci sono i soldi per coltivare hobby e passioni: i viaggi all’estero, il giardino con i fiori, gli uccelli canori amorevolmente accuditi sul balcone e la pittura che diventa a poco a poco la ragione di vita per Gino. Le passioni sono da lui artisticamente documentate con dei cortometraggi che vincono anche alcuni premi. Le mostre di pittura, prima timide apparizioni nelle esposizioni collettive dell’associazione degli artisti, poi in prestigiose mostre personali cittadine, in Italia ed all’estero gli procurano una certa notorietà e la possibilità di frequentare l’accademia di disegno a Venezia e corsi di approfondimento a Salisburgo. Il vero successo per Gino arriva negli anni Ottanta e Novanta dove le sue frequenti mostre personali attirano un folto pubblico e gli regalano tante soddisfazioni personali e anche economiche.

Gino continua a dipingere e disegnare ancora oggi, malgrado la vista non sia più quella di una volta (ha subito un trapianto di cornea fallito).

Tranne questo singolo intervento, Gino non ha mai avuto problemi di salute. Il suo segreto? Una vita alquanto morigerata senza alcun eccesso, molto movimento, mille interessi, una alimentazione sana e misurata, niente fumo e poco alcol.

Domani festeggeranno insieme a lui (virtualmente si capisce – Covid-19 non permette incontri), la moglie Anna (98) i figli Elsa, Giovanna e Renzo, i nipoti Manuela, Lilli e Leo ed i pronipoti Tommaso, Martina e Lorenzo. Buon compleanno Gino!

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