I contadini: ci schiereremo solo a marzo

Tiefenthaler: «Abbiamo sentito Kompatscher, ora tocca ai contrari. Andremo in tutte le valli, poi tireremo le somme»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Il presidente del Bauernbund Leo Tiefenthaler sa bene che il voto dei contadini, nel referendum per il piano di rilancio dell’aeroporto di giugno, sarà decisivo. O quasi. Sul piatto ci sono 21 mila soci, ma anche le loro famiglie. Oltre 50 mila preferenze, che potrebbero spostare gli equilibri da una parte o dall’altra. Anche per questo i contadini hanno deciso di non schierarsi, almeno fino a marzo, quando avranno completato le assemblee nei singoli distretti, dalla Bassa Atesina fino alla Pusteria e alla Venosta. L’altra sera il Landesbauernrat (l’organo decisionale degli agricoltori) ha incontrato la giunta al completo ed ha ascoltato le ragioni a sostegno del piano di rilancio. Il 21 gennaio sarà la volta del «fronte del no» con gli Obmann dei contadini di Bolzano, Appiano e Laives. Poi inizierà il giro dei Comprensori e solo alla fine saranno tirate le somme.

Presidente, ma i contadini saranno davvero decisivi per risolvere la questione aeroporto?

«Penso che, alla fine, avremo un peso importante. Per adesso, è bene chiarirlo, non ci siamo ancora schierati. Siamo in una fase di ascolto».

Kompatscher vi ha già illustrato le ragioni a favore?

«Sì, l’altra sera assieme al resto della giunta provinciale. Avere uno scalo a Bolzano è importante anche per chi si occupa di mele e vino».

Già ma le sezioni di Bolzano, Appiano e Laives si sono già messe di traverso...

«Ascolteremo anche le loro ragioni e poi inizieremo il nostro tour della provincia. Andremo in tutti i Distretti, anche in quelli non direttamente interessati dallo scalo bolzanino».

Ma in Venosta o in Pusteria che problemi potrebbe creare il rilancio dell’aeroporto?

«Francamente non lo so. Devo ascoltare e capire cosa ne pensa la base».

Il voto dei contadini, a marzo, sarà unitario?

«Mi auguro di sì, ma c’è anche una possibilità alternativa».

Quale?

«Lasciare agli associati libertà di coscienza».

Il «fronte del no» su che ragioni fa leva?

«Innanzitutto su ragioni di natura ambientale. Inquinamento e rumori, che per i residenti in zona potrebbero essere rilevanti».

Ma ad Appiano e in gran parte di Bolzano i rumori sono davvero minimi, se non addirittura nulli. Forse a protestare potrebbe essere, al limite, San Giacomo...

«Non ho ancora sentito esattamente le ragioni dei colleghi della Bassa Atesina e dell’Oltradige. Ma oltre alla questione rumori c’è anche quella del possibile sviluppo urbanistico legato all’aeroporto».

Nel senso che c’é chi teme nuove case e zone produttive attorno allo scalo?

«Esattamente. C’é chi ha paura di dover sacrificare campagna per fare spazio a nuove costruzioni».

Se lei dovesse fare una scommessa oggi vincerebbero i «sì» o i «no»?

«È troppo presto. A marzo sarò sicuramente più preparato».

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