I magistrati raccontano i colleghi assassinati 

Presentazione libro. Appuntamento venerdì 17 maggio alle 18.30  al Circolo Cittadino. Modera il procuratore generale Guido Rispoli



Bolzano. Una prestigiosa tribuna di 6 magistrati (Stefano Amore, Fausto Cardella, Piercamillo Davigo, Ignazio De Francisci, Mario Fiore e Guido Rispoli) interverrà, per iniziativa dell’Associazione scrittori Bolzano, venerdì 17 maggio alle 18.30 presso il Circolo Cittadino, per presentare il libro “Ritratti del coraggio. Lo stato italiano e i suoi magistrati”, con la moderazione del procuratore generale Guido Rispoli.

Ventisette morti

Nel libro 20 magistrati raccontano le vicende umane e professionali dei loro 27 colleghi assassinati, magistrati che hanno sacrificato la vita per dare un futuro al nostro paese, ma di cui, soprattutto i più giovani, ignorano, anche i nomi. «Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell'esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la propria coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care».

Queste parole, tratte da "Profiles in Courage", il libro scritto da John Fitzgerald Kennedy nel 1955, hanno ispirato il titolo e i contenuti del volume. Un titolo scelto non a caso, perché la moralità e il coraggio di seguire la propria coscienza sono doti indispensabili, secondo gli autori del libro, per chi vuole servire la propria comunità e le Istituzioni. Come in una singolare e virtuosa cordata, la voce dei magistrati assassinati rivive così oggi attraverso la voce di un gruppo di colleghi, perché la verità e l’idealità non muoiano; perché, al di là della contingenza storica, i valori della legalità possano assumere un significato universalmente riconosciuto. Un’eredità di valori, condivisa ed accolta dagli autori del libro, che hanno promosso anche l’iniziativa di dedicare ai colleghi uccisi 27 querce, come per i Giusti delle Nazioni, a Gerusalemme e a Roma. Segni tangibili, per riannodare il filo rosso del senso di giustizia, al di là del trascorrere del tempo. Ma il vero motivo per cui in Italia la guerra contro la grande criminalità non è stata ancora vinta, nonostante la forte reazione della società civile, va colto soprattutto in un dato di carattere culturale.

Il riscatto

Qualsiasi tipo di organizzazione statuale ha bisogno del sostegno di una “comunità” e di un adeguato “ambiente” sociale e culturale, per poter sopravvivere e progredire.

In Italia non è stato tratto nessun proficuo insegnamento da quanto accaduto: gli stessi programmi scolastici sembrano ignorare l’urgenza di fornire a tutti i giovani gli elementi fondamentali per comprendere la complessiva architettura istituzionale del paese, il ruolo della giurisdizione e il senso delle previsioni della nostra Carta costituzionale.

Questo libro è stato scritto per ricordare e per far conoscere, soprattutto ai più giovani, i nomi e la storia di quei magistrati che hanno sacrificato la loro vita per dare un futuro al nostro paese















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