I risparmiatori altoatesini comprano casa in Austria

In netto aumento il fenomeno che sta provocando una lievitazione dei prezzi degli immobili. A Kitzbühel si acquista a 4 mila euro a metro quadrato, in val Gardena ed in val Badia a 12 mila


di Mario Bertoldi


BOLZANO. «Molti altoatesini hanno paura ad investire in Italia a seguito della crisi e della situazione finanziaria e stanno scegliendo il Tirolo del nord e dell’ovest per acquistare immobili considerati beni rifugio più sicuri rispetto all’Italia». L’analisi è del vicepresidente del Land Tirol Hannes Gschwenter in un’intervista pubblicata ieri sul quotidiano austriaco «Tiroler Tageszeitung». Perchè l’opinione pubblica d’Oltrealpe si occupa di questo fenomeno? Per il semplice motivo che l’aumento di richiesta registrato dal mercato immobiliare in alcune zone dell’Austria ha avuto effetti non positivi dato che i prezzi medi degli immobili sono aumentati in pochi mesi anche del trenta per cento. Proprio per questo in Austria si medita di intervenire e lo stesso Gschwenter si è affrettato ad annunciare che alla ripresa dell’attività politica, dopo la pausa estiva, verranno studiate misure per disincentivare l’acquisto di immobili da parte di cittadini non austriaci.

Ma quali sono le cause del fenomeno? C’è chi sostiene che ad indirizzare all’estero investitori e risparmiatori siano i livello di tassazione previsti in Italia sul mattone, con riferimento in primo luogo all’Imu introdotta dal governo Monti. In realtà è molto probabile che il fenomeno sia legato ad un insieme di cause, che trovano sostanzialmente sempre origine sulla stretta fiscale imposta negli ultimi mesi, con l’accresciuto controllo sui patrimoni ed i redditi. Tra le località austriache più gettonate da chi decide di investire nel settore immobiliare in Austria c’è Innsbruck e Kitzbühel.

«Sono località a pochi chilometri dall’Alto Adige, hanno sostanzialmente le stesse caratteristiche ambientali ma il mercato offre immobili a prezzi molto inferiori a quelli italiani» rivela Fausto De Chiusole, presidente della federazione agenti immobiliari professionisti. Mai come quest’anno vengono segnalate in aumento le case invendute in località turistiche per eccellenza dell’Alto Adige come val Gardena e val Badia.

Gli investitori non acquistano perchè i prezzi, in questo caso, può risultare anche tre volte superiore a quello praticato in Austria. «Un appartamento nuovo in val Badia o in val Gardena - spiega ancora De Chiusole - viene proposto sul mercato a 12 mila euro al metro quadrato. In Austria in località altrettanto rinomate si riesce ad acquistare a 4 mila a metro quadrato e senza la paura di controlli e verifiche della Guardia di Finanza sulla disponibilità del denaro». Una situazione di questo tipo porta ovviamente ad una maggiore redditività dell’immobile, anche se la condizione potrebbe mutare a seguito del temuto aumento dei prezzi per la maggiore richiesta registrata sul mercato immobiliare. «Se in molti preferiscono investire in Austria non penso sia solo una questione di Imu - spiega l’avvocato Alberto Boscarolli, presidente dell’associazione proprietà edilizia di Bolzano - il cittadino italiano titolare di un immobile all’estero è comunque tassato: al posto dell’Imu paga la “Ivie”, cioè l’imposta sul valore degli immobili esteri che equivale all’Imu e si paga cpon le stesse modalità. Dunque se si sceglie di investire all’estero è per un insieme di cause che trovano spesso risposta nel timore di nuove improvvise imposte, di nuove patrimoniali. Sono gli effetti collaterali molto negativi di una politica basata sull’eccessiva tassazione. Il vecchio governo si era fatto in quattro per far rientrare in Italia i capitali depositati all’estero. Tra mille polemiche si era stabilito lo scudo fiscale e diverse agevolazioni. Ora dall’Italia i capitali fuggono nuovamente e per gli altoatesini l’Austria è diventata un comodo rifugio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità