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I Verdi sfoderano l’«italiana»: Sabine Giunta è la co-capolista 

La dirigente scolastica nata in Germania da immigrati siciliani raccoglie il testimone di Dello Sbarba. «Altro che diatribe etniche, da noi il 47% degli alunni ha radici in altri Paesi»


Sara Martinello


BOLZANO. Nella sorpresa generale i Verdi hanno presentato la loro «co-capolista» alle provinciali del prossimo 22 ottobre. Sarà Sabine Giunta, dirigente dell’istituto scolastico Bolzano 1 ed ex segretaria provinciale della Flc Cgil, ad affiancare Brigitte Foppa nella corsa elettorale e a raccogliere il testimone di Riccardo Dello Sbarba.

I Verdi corrono

Sabine Giunta sarà il secondo nome. Nella testa di lista (i primi sei nomi saranno votati la settimana prossima, il resto a giugno) comparirà la ladina Elide Mussner, già candidata alla Camera alle scorse politiche, e dovrebbe essere in squadra l’uscente Hanspeter Staffler. Potrebbe comparire nella lista Giulio Angelucci, direttore dell’Ufficio gestione rifiuti della Provincia, che però ancora non ha sciolto le riserve.

Oltre le dichiarazioni

«Siamo pronti per governare», scandisce Brigitte Foppa. Perciò servirà almeno un’eletta che si sia dichiarata appartenente al gruppo italiano. Come Sabine Giunta, nata e cresciuta in Germania da operai siciliani immigrati. «Nella nostra famiglia lo studio è stato una via per il riscatto», ricorda la dirigente scolastica, che perciò del suo lavoro ha voluto fare uno strumento «per costruire condizioni diverse dalle condizioni di partenza di tanti». Le si stringe il cuore, a sentire parlare di test o corsi obbligatori. E ricorda che il ruolo della scuola è altro, «è quello di dare di più a chi ha meno». Fa presente che al «Bolzano 1» il 47 per cento degli alunni ha radici in altri paesi. Vuole portare in Provincia i temi di una scuola che dal 2008 ad oggi è sempre più scuola-azienda, stretta tra la perenne ricerca di fondi, «leggi statali e norme provinciali che si contraddicono, servizi da coordinare in funzione di un’aumentata complessità della società, e una retribuzione inadeguata degli insegnanti». Non le piace la scuola facilitata per chi ha minori possibilità, né la scuola breve della cultura della produzione. Secca: «Il “liceo del made in Italy”? Verrebbe multato solo per la definizione».

«Italiani» dichiarati

Brigitte Foppa e Dello Sbarba si incupiscono, quando si parla di gruppi linguistici. «La dichiarazione serve – spiegano – perché la politica la fanno funzionare ancora così». «Ma senza questo nostro “partito sbagliato” il Sudtirolo sarebbe più povero», nota Dello Sbarba, che dopo quattro legislature ha scelto di non candidarsi, «Un atto politico, perché passare il testimone, per me che appartengo a quella generazione dei “boomer” che si è tenuta tutto stretto asfissiando due o tre generazioni successive, è ancora un costruire il movimento. Non è che sparisco. Questo è il primo passo di un altro percorso». Si commuove, Dello Sbarba. Cinque minuti dopo: «Di “italiani”, in lista, ne avremo eccome. In questi vent’anni non mi sono mica girato i pollici».

 













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