I vertici dei Freiheitlichen processati dalla base

Nervi tesi all’assemblea di Terlano per la spinosa questione dei vitalizi Una parte del partito ha chiesto apertamente le dimissioni della Obfrau Ulli Mair



BOLZANO. Processo ai vertici dei Freiheitlichen ieri sera. Non c’è solo la Svp a fare i conti con una base sul piede di guerra per lo scandalo dei vitalizi. A Terlano è andata in scena ieri sera una assemblea con funzionari ed eletti nei Comuni organizzata per discutere la vicenda dei vitalizi d’oro. Una parte del partito mette sotto accusa la Obfrau Ulli Mair, che insieme al capogruppo Pius Leitner figura tra i beneficiari delle maxi compensazioni. Ulli Mair ha ricevuto 40.518 euro di anticipo e 160 mila euro di quote nel Fondo Family. A Pius Leitner sono andati 364.003 euro di anticipo e 670 mila euro di quote nel fondo. Nei giorni scorsi i Freiheitlichen avevano tenuto una seduta del direttivo da cui Ulli Mair era uscita ancora insediata come Obfrau, ma l’assemblea di ieri sera è stata ben più calda, perché preceduta da prese di posizione pubbliche di esponenti che ne chiedevano le dimissioni. Tra questi, il responsabile finanziario Christian Trafoier, cui Ulli Mair rispedisce una stoccata al mittente: «Se Trafoier avesse lavorato bene, non ci sarebbe stato l’errore dello scontrino del sexy shop». Di dimissioni di Ulli Mair si è parlato anche ieri sera: le hanno proposte però un gruppo ristretto. La fronda alla vigilia aveva proposto Sigmar Stocker o Roland Tinkhauser come nuova guida del partito, ma Ulli Mair è arrivata alla assemblea forte della solidarietà dei due colleghi del consiglio provinciale: «Siamo una squadra. Sigmar e Roland hanno già detto che non si presteranno». Ulli Mair non è entrata alla assemblea dimissionaria, ma neppure convinta di restare a tutti i costi al proprio posto: «Non devo fare la Obfrau per forza. In queste ore però sto ricevendo molta solidarietà da nostri iscritti, che mi chiedono di non mollare». Solidarietà da un lato, sfiducia dall’altro. Ulli Mair e Pius Leitner sono stati tra i più fischiati in piazza Magnago durante la manifestazione organizzata dal «forum contro i privilegi». Il profilo facebook di Ulli Mair è stato un campo di battaglia per molti giorni. Come nel suo stile, la consigliera ha affrontato il processo combattendo: «La discussione su questa vicenda è doverosa, le critiche sono naturali, ma non accetto giochi dietro le spalle. Chi vuole cambiare i vertici del partito esca allo scoperto dicendo cosa intende fare e con chi». I Freiheitlichen, che hanno ammesso l’errore della legge sui vitalizi d’oro, avevano promesso la restituzione del denaro ricevuto. Un annuncio poi frenato. Il versamento non è stato effettuato e sono arrivati i distinguo. Ulli Mair ha fatto parlare di sé ieri con una presa di posizione in cui ribadiva di essere disposta a restituire l’anticipo, purché il denaro non venga utilizzato per corsi di bicicletta o di cucina per stranieri». Si è innescata una polemica con i Verdi, che accusano «è il tentativo maldestro di distrarre l’attenzione dalla propria difficile situazione». (fr.g.)

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