il braccio di ferro

BOLZANO. La prima patata bollente della nuova legislatura per l’assessore provinciale al personale Waltraud Deeg - ma anche per i colleghi con delega alla scuola Philipp Achammer e Christian...


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La prima patata bollente della nuova legislatura per l’assessore provinciale al personale Waltraud Deeg - ma anche per i colleghi con delega alla scuola Philipp Achammer e Christian Tommasini - sarà quella sugli organici dei docenti, bloccati da tre anni nonostante vi sia stato un incremento di oltre un migliaio di alunni. Solo nella scuola italiana, complice la presenza crescente di bambini stranieri, rispetto al 2009 ci sono ben 1.100 alunni in più e ciò ha indotto i sindacati a battere i pugni sul tavolo per aumentare in modo significativo il contingente. Il primo confronto, sui numeri, è previsto giovedì prossimo all’Intendenza e la partita si annuncia lunga e tesa.

La bozza di delibera. Tra i sindacalisti che si occupano di scuola circola da giorni una bozza di delibera (ritoccata rispetto alla prima versione) che prevede un maggior numero di alunni per classe (da 25 a 29) alle superiori e nuovi limiti (non meno di 15 studenti) anche per le scuole del primo ciclo. «Con 1.100 alunni in più - sottolinea Stefano Fidenti della Flc/Cgil Scuola - agli istituti italiani spetterebbero 11 insegnanti di sostegno e 88 docenti, per un totale di 99 posti, ma l’Intendenza proporrà alla Provincia un incremento di soli 30 posti per la scuola italiana e organici invariati per tedeschi e ladini che non hanno avuto i nostri incrementi. Sono almeno due le riflessioni che bisogna fare: la prima è che con così tanti studenti per classe cambierà giocoforza la qualità della scuola; la seconda è che i carichi di lavoro non possono ancora aumentare. L’offerta di soli 30 posti, meno un terzo di quelli che ci spetterebbero con gli attuali parametri, è irricevibile».

Di sicuro c’è stata una prima mediazione politica e l’impressione è che sia stato raggiunto un compromesso «al ribasso», introducendo parametri più alti soprattutto per quanto attiene il numero di alunni per classe.

Le figure mancanti. I sindacati assicurano che non si può andare avanti con un’ulteriore «redistribuzione di risorse interne» e indicano anche le figure che mancano nella scuola italiana. «La carenza più evidente è quella di insegnanti di sostegno, ma mancano anche prof di materie tecnico-pratiche per i laboratori. Abbiamo già tirato troppo. Per non parlare delle scuole primarie: in molte sezioni, che fanno il tempo pieno, non ci sono più due insegnanti per classe».

Stop alle assunzioni. In questa vertenza, almeno per ora, la Provincia procede con il freno a mano tirato. «Fino a quando il numero di alunni non diminuirà - spiega l’assessore al personale e all’organizzazione amministrativa Waltraud Deeg - non ridurremo il numero di insegnanti. Sulla formazione, per inciso, non ci saranno tagli. Bisognerà lavorare di più sulla riorganizzazione delle risorse interne». Di assunzioni, però, non sembra proprio il caso di parlare. «In questo contesto non sono possibili. Ma sono pronta a sedermi a un tavolo con i sindacati e a parlarne».

L’impressione è che la distanza tra le parti, almeno per ora, sia siderale.

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