Il «centro massaggi» era una casa chiusa

Appartamento di via Renon copriva un giro di squillo e clienti. Denunciate due donne cinesi. È il terzo caso in città


di Susanna Petrone


BOLZANO. Il centro massaggi “Luna” di via Renon 35 in realtà era una casa chiusa, dove i clienti andavano per fare sesso con ragazze orientali. Non solo: il presunto centro si era fatto un nome tra i voyeur della provincia. In parole povere: per cento euro i clienti si recavano in una stanza adibita ad autoerotismo, nella quale i clienti guardavano le giovani orientali ballare. Lo hanno testimoniato gli stessi clienti ascoltati dalla polizia nel corso delle indagini. In una stanza accanto, invece, per centocinquanta euro si potevano avere rapporti sessuali completi con le lucciole cinesi. Un massaggio costava cinquanta euro.

La casa chiusa è stata scoperta dagli agenti della squadra Mobile di Bolzano, coordinati da Giuseppe Tricarico. L’inchiesta era partita quasi un anno fa, dopo che i residenti della zona avevano notato uno strano via vai di uomini. Le ore preferite? Durante la pausa pranzo e nel pomeriggio. Molti clienti fingevano di avere un appuntamento presso un vero centro di massaggi. In realtà in via Renon c’erano le prostitute ad attenderli. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Luisa Mosna, ha portato alla denuncia di due donne cinesi di 39 e 46 anni. Entrambie gestivano gli appuntamenti delle ragazze, che di mese in mese cambiavano. Le due denunciate sono regolarmente residenti in Italia. Devono rispondere di favoreggiamento della prostituzione ma anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: alcune delle lucciole, infatti, sono irregolari sul territorio italiano. L’appartamento, dopo una perquisizione, è stato posto sotto sequestro. Gli agenti della squadra Mobile hanno trovato anche 750 euro in contanti: il ricavato di poche ore di lavoro da parte di alcune prostitute.

Si tratta del terzo caso a Bolzano in cui la prostituzione cinese ed il suo sfruttamento emergono grazie alle segnalazioni da parte di residenti della zona. Una casa chiusa era stata scoperta in via Visitazione e una in via Parma. E una cinese di 39 anni, infine, era finita nella rete degli inquirenti anche per un altro giro di prostituzione in via Firenze. Le lucciole che lavoravano in via Renon sono fra i 25 e i 40 anni. «Finalmente si è risolta la questione- dice un abitante della zona -, era diventata insostenibile. Un anno fa una delle due cinesi ha preso in affitto l’appartamento al piano terra. Il giorno dopo ha scritto su un normalissimo foglio di carta: “Massaggi cinesi”. Lo ha appeso fuori dalla porta. Sul campanello non si leggeva nessun nome. Solo: “Massaggi”. La cosa ci ha insospettiti subito, per non parlare del casino che facevano. Non si trattava di sicuro di un centro benessere. E poi era singolare il via vai di uomini, soprattutto sudtirolesi, ma anche di ragazze sempre diverse. Avevamo sospettato subito che c’era qualcosa che non andava».

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