BOLZANO

Il commercio non piange più: si vende più che a Natale 2019 

La stima: +20%. Buratti (Unione): «Merito di neve e bolzanini». Benetello (Confesercenti): «RBOLZisultato inaspettato» Oberrauch: «Salvati da scialpinismo e ciaspole, ricetta giusta per il futuro». Rimane l’incertezza per i prossimi giorni


Paolo Campostrini


BOLZANO. Il commercio non piange più. Certo, l'ansia non scompare ("Con questa incertezza nei protocolli non si può riprogrammare neanche a dieci giorni..."). Tuttavia, da un paio di settimane, fatica a trattenere un sorriso. E anche piuttosto largo. Dice Simone Buratti, Unione, guardando al centro: "Le vendite? Siamo al 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. La ragione? La neve e i bolzanini. Sono stati fedeli...". Dice Mirco Benetello, Confesercenti, guardando ai quartieri: "Un risultato inaspettato. Il mercato c’è. Anzi, c’era anche prima. Bastava liberarlo, anticipando a novembre le aperture, con un poco più di coraggio...". Poi, aggiunge Thomas von Bosio: "Chi lavora coi turisti ha frenato ma il resto va. Anche l'atmosfera che abbiamo creato con gli allestimenti, avrà contato".

Su tutto questo scenario urbano, prova ad alzare lo sguardo Heiner Oberrauch. La crisi dello sci alpino, l’impiantistica chiusa, il turismo frenato avrebbero potuto mortificare un settore industriale come il suo (Salewa, Fischer, Dynafit ecc.) che fa risiedere lì il grosso del fatturato. Ma forse non è così. Parla infatti di nuovo "Zeitgeist", di spirito del tempo in evoluzione, l’imprenditore: "Lo ammetto: se guardiamo all’abbigliamento, ai prodotti per lo sci alpino classico siamo stati fermati. Ma si è aperto un nuovo orizzonte: lo scialpinismo. Che si è trascinato dietro il fondo, la passeggiata sulla neve, le ciaspole, la natura. Ecco, su questo piano le vendite sono decollate, facendo dimenticare la crisi dell'altro settore. Immagino che sia una tendenza in grado di non fermarsi con la fine del Covid".

E su questo, suggerisce Heiner Oberrauch, sguardo sempre lungo, dovrebbe riposizionarsi anche l'Alto Adige, come brand turistico. "Abbiamo montagne più dolci che nel resto delle Alpi italiane, spesso più sole. Anche il paesaggio. Ecco - spiega - dobbiamo tutti porci in questa prospettiva ...". Non puntando, ad esempio, solo sugli impianti di risalita ma su un'offerta turistica più dolce e naturale, vagamente eco e meno consumistica.

Su tutto, ma proprio su tutto, è calata invece la grande voglia di uscire, di spendere e di ritornare alla normalità dei consumatori. "È una tendenza avvertibile non solo qui ma anche in Italia e in Europa" aggiunge Oberrauch, che ha sensori sparsi un po’ ovunque nel Paese e nel continente. Resta il fatto che sono stati, come li definiscono i commercianti, i "locali" a far sorridere i negozi. Il più 20% calcolato a spanne, ma forse al ribasso, da Buratti è dovuto solo ai bolzanini e agli altoatesini. Come pure ("stante l’assenza anche in altri periodi di turisti nei rioni" ) il successo di vendite nelle ultime due settimane confermato da Mirco Benetello. Laddove invece, il rapporto è tradizionalmente misto, cioè con utenti sia stranieri o del resto d'Italia, e locali, i risultati sono di una tenuta complessiva.

È quello che vuole ribadire von Bosio, il quale vede risiedere proprio nella tipologia merceologica dei negozi, anche sotto i Portici, quella variabile in grado di far pendere la bilancia (e i bilanci) dall’una o dall’altra parte. Ma anche il tempo. "Noi che vendiamo soprattutto calzature siamo stati favoriti dalla tanta neve caduta. L'anno scorso, con tutto quel sole era andata peggio" ammette Buratti. Il quale insiste sull'altro aspetto. Detto infatti del sostanziale incremento, comunque diffuso, delle vendite, permane l’ansia: "Più aspettiamo di sapere cosa ci aspetta nei prossimi giorni e meno siamo in grado di programmare, sia rispetto al personale da impiegare e in che misura, sia con il magazzino".

Zona gialla o arancione, ad esempio cambia molto. In particolare guardando ai turisti. Come pure conoscere i giorni di chiusura: se allungati da Natale alla Befana oppure a macchia di leopardo, sparsi in quelle due settimane. Intanto, i negozi si godono la ripresa. E sperano nello "Zeitgeist".













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