Il consiglio provinciale vuole allargarsi

Approvato il bilancio da 9,3 milioni. Servono spazi per i gruppi e verrà acquistata un’auto ibrida



BOLZANO. Il consiglio provinciale cerca casa e acquisterà un’auto (ibrida) a disposizione di uscieri e consiglieri. Sempre il Consiglio si avvia a diventare «elettronico» per «eliminare tonnellate di carta». Il consiglio provinciale ha approvato ieri (4 astenuti) il proprio bilancio di previsione per il 2015: la cifra è di 9.396.700 euro, «244.851 euro in meno rispetto alle spese sostenute nel 2014», rivendica il presidente Thomas Widmann, che ha incassato gli elogi dell’opposizione «per la trasparenza del bilancio». Il taglio incide, tra l’altro, su «spese di rappresentanza dell’ufficio di presidenza, la manutenzione degli immobili, pareri legali e consulenze». Il bilancio prevede 141.494 euro per le indennità di funzione del presidente, il vice e i segretari questori, 200.655 euro di spese di funzionamento dei gruppi consiliari, 954 mila euro per i collaboratori dei gruppi, 186 mila euro per attività e indennità della difensora civica, 107 mila euro per il comitato comunicazioni, 140 mila euro per attività e compenso della Garante per l’infanzia e l’adolescenza, 285 mila euro per attività e compensi del Consiglio dei Comuni, 90 mila euro per compenso e rimborso missioni della Consigliera di parità. Lo stanziamento per stipendi, rimborsi e pensioni del personale del Consiglio è di 4 milioni, 196 mila euro in meno rispetto al 2014. Resta aperto, e lo ha ricordato Riccardo Dello Sbarba (Verdi), il problema del mancato adeguamento delle indennità della giunta provinciale e dell’ufficio di presidenza al decreto Monti, che fissa come indennità massima 13.800 euro lordi per presidente del Consiglio e della giunta. Widmann aveva annunciato un disegno di legge di recepimento del Monti, che non è stato ancora depositato. I gruppi lamentano di stare stretti e Widmann ha ribadito l’intenzione di cercare spazi ulteriori, per unire i gruppi che non trovano spazio nel palazzo centrale e tutti gli uffici dislocati all’esterno. «Non ci stiamo più», lamenta Elena Artioli (Team A). È slittata invece a gennaio la nomina dei componenti del Comitato di revisione della spesa pubblica: non è stata ancora definita la rosa dei nomi. (fr.g.)

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