Il fantino Monjon: «Uno spasso correre a dorso di cammello»



MERANO. Cammelli a Maia, perché no? La notizia, naturalmente, ha colto di sorpresa. E, è bene ricordarlo subito, si ragiona ancora sul piano delle ipotesi. Se non dovessero sorgere incompatibilità o impedimenti, le corse delle "navi del deserto" condite da eventi collaterali potrebbero andare in scena l'ultima settimana di aprile 2012. Non sarebbe una novità per tutti: Christophe Monjon, fantino francese e italiano acquisito, ci ha già provato. E vinto.

Un po' per gioco e un po' per tastare il polso, abbiamo chiacchierato dell'ipotesi "cammelli in pista" a Merano con chi per mestiere o per passione vive l'ippodromo in prima fila salendo a cavallo. «Ho già vinto una gara di cammelli!», risponde con tono guascone Christophe Monjon. Il fantino francese, italiano acquisito, è da lungo tempo protagonista dell'ostacolismo di casa nostra. Il suo gioiello rimane il Gran Premio del 1998, vinto in sella al fuoriclasse Something Special. «È successo una vita fa - racconta - all'ippodromo di Nimes. Un'esibizione durante una giornata ippica alla quale prendemmo parte noi fantini. Uno spasso!».

Lo rifaresti? «Penso di sì, anche se è più difficile di quel che sembra. Sono piuttosto testardi». Gli animali per l'evento proverrebbero da allevamenti europei, Svizzera, Francia, Germania. Dell'organizzazione se ne occuperebbe la Sgc International di Monaco di Baviera, agenzia operante nel mercato turistico arabo. A quanto pare, fra il resto, il galoppo dei cammelli non metterebbe a repentaglio l'incolumità del manto erboso, almeno non più di quanto fanno i cavalli. Anche Davide Columbu, giovane jockey, non scarta l'idea.

«Non sono mai salito in sella ad un cammello. Le corse potrebbero essere un'idea accattivante, mi piacerebbe provare l'esperienza». «Saltare su un cammello? Magari in un'escursione», sorride Massimiliano Agostini Novello, decano dei cavalieri. «A parte gli scherzi, qualsiasi spettacolo che possa portare gente all'ippodromo è ben visto. C'è però un corollario: la manifestazione può essere un toccasana per la società di corse, sul piano gestionale e su quello promozionale, avvicinerebbe nuova gente all'ippodromo, ma non all'ippica. Per tanto bene sarebbe trovare anche altre iniziative da abbinare alle corse dei cavalli, affinché nuovi spettatori possano appassionarsi al nostro mondo».

La diversificazione delle attività da ospitare all'ippodromo è una delle priorità nel piano di riqualificazione di Maia. E l'apertura a specialità equestri è in cima all'agenda, secondo quanto asserito sin da subito dai vertici della nuova gestione. Va da sé che i progetti dovranno armonizzarsi ai lavori previsti sull'impianto. Nel frattempo, la notizia della sola possibilità di portare i cammelli a correre tra le Alpi - con tutte le ricadute turistiche immaginabili - ha portato in dote una sostanziosa visibilità mediatica.













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