Il giovane preso a sassate: «Un agguato»

Anghel Paulato, osso fratturato e dieci punti, racconta la rissa di sabato: «Ci hanno aspettato al parco in sette contro due»



Non ha nessuna intenzione di fare la vittima nè di portare solo acqua al suo mulino. Anghel Paulato racconta la rissa dell’altro pomeriggio sdraiato nel suo letto del reparto di astanteria all’ospedale di Bolzano con lucidità. La benda che copre dieci punti irregolari e una frattura dell’osso temporale, a dirla tutta, potrebbe anche permettere qualche scivolone rabbioso ma è lui, 19 anni e occhio sveglio, il primo che pare sorpreso e amareggiato da quello che è accaduto. Non si aspettava certo di rischiare la vita con una pietra sulla tempia.

«Sì, è vero che alla base di tuto ci sono alcuni messaggi che mio fratello Gabriel si è scambiato con una ragazza. Un’amica. Non è vero, invece, che si è tratttato di una sfida due contro due». Stabilito il contorno quali, allora, i numeri? «Ci siamo incontrati al parco con il presunto fidanzato. Appuntamento ai giochi sulle Passeggiate in via Parma: loro si sono presentati in 6-7 persone. Erano un gruppo di amici. Credo di essere stato il più grande, forse l’unico maggiorenne. Doveva essere un incontro chiarificatore». Scusa, ma perchè dovevate esserci anche tu e gli amici in un affare tutto sommato privato? «Si trattava di un colloquio che avremmo dovuto fare qualche ora prima. C’era un po’ di tensione e volevo tenere la cosa su binari tranquilli». Obiettivo fallito. «Gabriel e questo ragazzo si sono subito allontanati per parlare. Due minuti e vedo che cominciano ad alzare le mani. A quel punto sono partito per soccorrere mio fratello e l’ho chiamato. Mentre si girava l’aggressore gli ha rifilato un pugno nell’occhio lacerandogli l’arcata sopraccigliare con un anello. Non ci ho visto più». Volevi render pan per focaccia? «Sincero? Sì, ero molto arrabbiato. Mentre cercavo di raggiungerlo, però, i compagni hanno tirato due pietre. Una mi è sfilata a fianco come un missile, la seconda mi ha centrato la testa. Ho perso conoscenza inanguinando il prato, la faccia e i vestiti. Impressionante». Tutto, vale la pena ricordarlo, in pieno pomeriggio a un tiro di schioppo da dove giocano i bambini. «Mi ha soccorso una mamma che era lì con il figlio. Ero scosso, ancora profondamente arrabbiato e preoccupato. Per me e per Gabriel. Sono dispiaciuto, però, che quella signora abbia dovuto assistere a una scena simile con un bambino: ecco, questo mi intristice perchè si tratta di una brava persona che si è spesa per darmi le prime cure».(a.c.)













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