Il Metrobus? Comodo ma sempre lento

Senza corsia preferenziale servono almeno 30 minuti. I passeggeri: «Solo con il tram sarebbe cambiato qualcosa»


di Massimiliano Bona


CALDARO/BOLZANO. Trenta minuti esatti per andare e altrettanti per tornare. Ieri mattina abbiamo testato per voi, con partenza alle 9.25 da piazza Rottenburg a Caldaro e ritorno alle 10.05 dalla stazione delle autocorriere di via Perathoner a Bolzano, uno dei dieci metrobus acquistati dalla Provincia, destinati per ora a sostituire i bus doppi della linea 130.1. Curiosi, come noi, anche i passeggeri, che hanno subito capito che non era cambiato poi molto. «I sedili sono più comodi - spiega un dipendente pubblico - e l'autobus è molto più lungo. Ma i tempi di percorrenza sono identici. Solo con il tram sarebbe cambiato qualcosa». Lettura semplice, ma chiara. Confermata, nella sostanza, anche da Igor Winkler, 41enne di Renon, uno degli 8 autisti che Sad ha formato per questa fase di rodaggio. Per tutti tre ore di guida con i mezzi vuoti, giusto per prendere le misure. «Le differenze sono più d'una. I metrobus sono lunghi 18 metri, contro i 12 degli altri. È aumentata la capienza: siamo passati da 76 a 130 posti, il che ci consentirà di non lasciare più a terra gli utenti nelle ore di punta, tra le sette e mezzo e le otto del mattino, dalle 12.45 alle 14 e dalle 16.30 alle 18. I cavalli sono passati da 350 a 400 circa e i motori sono tutti Euro 5».

I bus tradizionali che coprivano questa linea «espressa» fino alla scorsa settimana registravano il pienone, nelle ore di punta, soprattutto in piazza Adriano e in viale Druso, all'altezza della scuola superiore tedesca. Con il risultato che gli studenti non permettevano, di fatto, ad anziani, turisti e mamme col passeggino di salire. «D’ora in poi sarà possibile aumentare, di molto, il numero di passeggeri trasportati».

Sul metrobus, ieri mattina, c'erano parecchie persone. Qualche turista, ma soprattutto abbonati, perfettamente consapevoli che senza corsie preferenziali non sarà comunque possibile accorciare i tempi di percorrenza da e per il capoluogo. «Il numero di fermate - sottolinea una pensionata dell'Oltradige - è esattamente lo stesso e chi si illude che questi mezzi possano risolvere l'annoso problema del traffico sulla Strada del Vino e in viale Druso si sbaglia di grosso. Avrebbero dovuto rimettere in funzione il trenino e stanziare i 200 milioni necessari. Quei soldi invece li hanno destinati altrove. Non è certo così che si convincono i residenti a lasciare l'auto a casa».

Anche solo sperare di accorciare i tempi di percorrenza, con tutte queste fermate, è davvero impossibile. Il metrobus parte da piazza Rottenburg, in pieno centro a Caldaro, poi si ferma in via Maria Theresia e all'ex Stazione di Caldaro, a Pianizza di Sopra, Ganda di Sotto, all'ex stazione di San Michele, alla curva Gamberoni a San Paolo, Pillhof (Frangarto), al bivio Merano/Mendola (zona Firmian), in viale Druso (incrocio via Sorrento), piazza Adriano e ponte Druso (questura) con capolinea in via Perathoner.

Ad allungare i tempi sulla Strada del Vino sono soprattutto i trattori, mentre a Bolzano - senza corsia preferenziale - si procede al massimo a trenta all'ora. Sui tempi per avere una corsia dedicata solo per i metrobus autisti e controllori della Sad allargano le braccia. «In viale Druso sarà un'impresa e ci vorranno almeno tre anni». Finanziamenti permettendo. Bolzano, espropri esclusi, per completare il tratto di sua competenza dovrà sborsare sei milioni. L'impressione, almeno per ora, è che si tratti solo di un grande bluff. Con la necessità di dover, per forza, mettere in strada i metrobus prima che diventino vecchi o inservibili. Per la corsia preferenziale tanto c'è tempo...

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