IN PARLAMENTO

Il premier cita Langer, “vero europeista”

BOLZANO. Alexander Langer è sicuramente il leader politico altoatesino di più alta statura europea. Per la sua visione sovrnazionale e la capicità di individuare problemi e soluzioni in anticipo sul...



BOLZANO. Alexander Langer è sicuramente il leader politico altoatesino di più alta statura europea. Per la sua visione sovrnazionale e la capicità di individuare problemi e soluzioni in anticipo sul tempo che viveva. La cosa non è sfuggita a Matteo Renzi. Il premier ha fatto riferimento al “viaggiatore leggero” nel suo discorso alla Camera sul tour europeo che lo ha poratto a Parigi e Berlino. «Ho trovato una frase - ha detto Renzi in aula - di un grande europeista italiano, risale a 19 anni fa, era il momento in cui la Commissione di Jacques Santer si presentò al Parlamento europeo, forse la prima volta in cui il Parlamento europeo giocò un ruolo anche significativo. Era Alex Langer che diceva queste parole: “stiamo costruendo un Europa di spostati e velocizzati, dove si smistano sempre più merci, persone, pacchetti azionari, ma si vuotano di vivibilità le città e le regioni”».

«Perché voglio partire da Alex Langer e da quel 1995 - ha detto Renzi -, peraltro tragico ? Peraltro tragico per lui (Langer si suicidò nel luglio di quell’anno, ndr) e anche per l'Europa, il 1995 ricordiamo è l'anno di Srebrenica, è l'anno dei caschi blu olandesi, è l'anno del fallimento delle politiche istituzionali o, meglio delle istituzioni rispetto alla politica. Perché sono partito di lì? Sono partito di lì per dire che il rischio di una deriva tecnocratica e burocratica europea è un rischio che non avverte questo Parlamento o questo Governo perché c’è stata la crisi economica e finanziaria degli ultimi anni, ma è un rischio che è dentro, insito nell'animo e nel cuore di chi da anni si batte per una Unione europea degna di questo nome e al quale oggi dobbiamo dare una risposta a maggior ragione, perché nei prossimi otto mesi non soltanto ci sarà il passaggio elettorale, ma noi parteciperemo ai lavori del Consiglio europeo incentrando naturalmente l'attenzione sul tema della competitività industriale. Ma il passaggio sulla competitività dell'Europa dobbiamo farlo avendo chiaro che la cornice internazionale nella quale ci muoviamo è una cornice che ha bisogno di un'Europa che torni a fare l'Europa, che torni a fare il suo mestiere di guida, almeno dal punto di vista ideale e valoriale».













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