Il proprietario di Chiku: «Chiederemo i danni dal foro di Bolzano»
Dopo la morte in Toscana sarà presentata la denuncia per maltrattamenti. L’avvocato: «Centro inadeguato, il gattopardo cercava il contatto umano»
BOLZANO. La morte di Chiku è stata un duro colpo per il proprietario Herbert Raich che, nel febbraio del 2015, si era visto sequestrare il gattopardo - la perizia ha stabilito che si tratta di un serval o gattopardo africano - dopo che i forestali lo avevano trovato all’interno di un maso a San Pancrazio, in val d’Ultimo.
Flavio Moccia, il legale che ha seguito fin dall’inizio il caso, è su tutte le furie. «Lo avevamo sempre detto che il centro di recupero animali selvatici di Semproniano era del tutto inadeguato per tenere Chiku. Ora aspettiamo l’esito dell’esame autoptico, che verrà eseguito nei prossimi giorni, poi siamo pronti a chiedere i danni e presentare denuncia per maltrattamento di animali».Perché, però, un centro molto noto in Italia viene considerato inadatto? «Perché quell’animale era abituato ad avere un contatto umano costante. È stato messo in una gabbia da solo, senza mai vedere nessuno. Addirittura il cibo veniva gettato dentro il recinto senza nemmeno avvicinarsi. Immaginiamoci come si possa essere sentito: non a caso i responsabili dicono che era costantemente monitorato, ma non dicono che era dimagrito in modo evidente. Nella mia arringa lo dissi chiaramente che a casa sua sarebbe stato molto meglio. I fatti, purtroppo, mi hanno dato ragione. La questione, devo dirlo, è stata ridotta a una mera vicenda economica». In che senso? «Il centro in provincia di Grosseto ha ricevuto 5.000 euro in acconto per la presa in carico di Chiku. Lavora con gli animali sequestrati ottenendo un sacco di soldi dallo Stato. Sarà il caso di dirlo». Nel frattempo Raich ha appreso la notizia della scomparsa del “suo” Chiku ieri mattina. «Ha letto il vostro giornale ed era disperato. Piange in continuazione e non vuole parlare con nessuno. Ha voluto solo confrontarsi con me e adesso ci muoveremo di conseguenza. Se penso che abbiamo un ricorso pendente in Cassazione che potremmo vincere senza riuscire a riportare a casa Chiku mi arrabbio ancora di più. Ora dobbiamo vincere il processo penale e poi ci faremo sentire in tutti i modi».
Sulla questione, intanto, è intervenuto anche Eros Torbol, presidente della sezione altoatesina della Lav, una della associazioni ambientaliste che più aveva spinto per il trasferimento del gattopardo.
«La notizia della sua morte è molto triste, ma rifaremmo quella scelta anche adesso. Chiku era un serval vietato dalla legge italiana e per questo posto sotto sequestro. A Semproniano la struttura è all’altezza: Chiku è stato messo in un recinto e poi spostato in un’area ancora più grande. È stato fatto tutto il possibile».