Tribunale

Il raggiro: si fanno dare 400 mila euro in contanti 

In tre accusati di circonvenzione di incapace. La vittima era affetta problemi psichici, prelevava e consegnava il denaro. Per 5 anni nessuno è intervenuto, intanto la somma è sparita


Mario Bertoldi


BOLZANO. È quasi difficile da credere che possa essere accaduto. Un altoatesino domiciliato in un paese della Bassa Atesina, indicato nel capo d’imputazione come affetto da problemi psichici, per cinque anni è stato raggirato e manipolato da tre cittadini stranieri che sono riusciti ad approfittare della situazione facendosi consegnare a più riprese somme di denaro rilevanti.

Dal 2014 al 2019 la vittima, senza rendersi conto del raggiro, avrebbe consegnato ai tre immigrati (tutti di nazionalità marocchina) complessivamente 423.331,53 euro.

L’inchiesta, scattata sulla base della denuncia di alcuni parenti, non ha per il momento permesso di accertare come mai l’uomo non fosse stato interdetto e dunque impossibilitato a disporre delle proprie risorse economiche, vista la palese incapacità di curare i propri interessi personali. In effetti i tre cittadini stranieri finiti sotto processo (il primo giugno sarà deciso l’eventuale rinvio a giudizio) debbono rispondere di circonvenzione di persona incapace.

Possibile che per diversi anni nessuno si fosse roso conto delle reali condizioni psichiche della vittima? Tra il resto l’uomo era titolare di tre conti correnti in tre banche diverse ma le varie fasi di prelevamento del denaro non avrebbero mai fatto emergere particolari problemi operativi per intervento degli impiegati delle tre banche.

Eppure in ogni occasione i prelevamenti effettuati riguardavano somme relativamente consistenti (per lo meno insolite per pensare che si potesse trattare di denaro necessario per le esigenze di tutti i giorni). In effetti un controllo dei tabulati delle banche ha permesso di evidenziare che le somme prelevate hanno riguardato sino a 8 mila euro ad operazione allo sportello.

Come già accennato, nel capo d’imputazione si fa espressamente riferimento alle condizioni psichiche della parte lesa per presunti disturbi neurocognitivi e di personalità da addebitare anche agli effetti di uno stato di disagio psichico. La vittima avrebbe cioè evidenziato pesanti limiti sulla capacità di autodeterminarsi con assenza delle capacità di critica e di valutazione della realtà. Per arrivare alla rilevante somma di cui i tre uomini si sarebbero impossessati, i prelevamenti bancari nell’arco di cinque anni sarebbero stati numerosi. Proprio per questo non è chiaro come mai, anche a livello bancario, la situazione sarebbe stata lasciata “correre” ritenendola sostanzialmente normale. Ora i tre indagati rischiano il rinvio a giudizio ma nel frattempo i soldi (consegnati a mano dopo ogni prelevamento oppure con bonifici) sono ovviamente spartiti. Tutti e tre rischiano una condanna da due a sei anni di reclusione.













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