Il Re Mida del basket

BOLZANO. Una vita all’insegna dell’ambizione e dei traguardi raggiunti. Passando per non lievi sofferenze fisiche. Classe 1965, Renzo Dolzan è il secondo figlio, dopo Graziano, di una famiglia...



BOLZANO. Una vita all’insegna dell’ambizione e dei traguardi raggiunti. Passando per non lievi sofferenze fisiche.

Classe 1965, Renzo Dolzan è il secondo figlio, dopo Graziano, di una famiglia operaia. Con un’infanzia normale. Troppo normale, per lui che invece ha sempre amato andare di fretta. Specie nello sport. A cavallo come dalla lunetta. Già, perché i purosangue della sua scuderia hanno iscritto il loro nome nell’albo d’oro delle più importanti corse siepi italiane (con la “maledizione” del Gran Premio Merano dove è abbonato al secondo posto). E poi la sua creatura, i Piani Basket. Presa per mano quando gravitava nelle categorie più basse e che in un paio di stagioni ha portato tre metri sopra il cielo, ovvero quella serie C nazionale che è l’altezza minima in cui deve stare una squadra di basket di livello.

Fondata nel 1969, Dolzan è stato il presidente dei primi campionati fuori regione nella lunga storia della società bolzanina che ha portato dalla serie D ai playoff di C2 e, appunto, alla C nazionale. Una società che invece ora sta attraversando una profonda crisi sotto l’aspetto dei risultati, con i giocatori migliori che da tempo se ne sono andati e che ora, decapitata al vertice, va incontro ad un destino tutt’altro che roseo. Come sembrano lontani quei tempi in cui Stefano Pizzo, storico presidente, decise di mollare e Dolzan si propose alla presidenza con l’unanime avallo di tutti i soci.

L’emozione più grande della sua vita sportiva, ha però sempre tenuto a precisare, è stato quel secondo posto nel “Merano” ottenuto dal suo Zarkali. Un risultato che è frutto di una passione ippica consolidata, che l'ha portato a costituire la scuderia leader del movimento ostacolistico nazionale. E non va poi dimenticato il terzo posto nel Richard. Pur con un vocione imperioso, Dolzan è sempre stato l’uomo che sussurrava ai cavalli. Nella sua vita ammette di aver giocato - nella giusta quantità - a tutto e ovunque. Però il brivido che regala un cavallo di proprietà non ha eguali.

Sposato con due figli, professionalmente è sempre stato legato alla famiglia Podini, per la quale ha iniziato a lavorare nell'85 e per la quale nell'86 ha ricoperto un ruolo dirigenziale nell'ambito della gestione delle loro catene di supermercati. In seguito le loro vite lavorative si sono per un po’ separate, poi nel 2002 Stefano Podini gli ha chiesto di rientrare con loro nell'avventura della liberalizzazione dell'energia. E lì è rimasto fino agli ultimi fatti di cronaca.

Renzo Dolzan ha passato anche momenti di paura. Problemi cardiaci, dieci giorni di coma farmacologico e una ripresa che è stata lunga e faticosa.

«Ho capito - disse all’epoca in un’intervista rilasciata al nostro giornale - che la vita ti può sfuggire in un attimo e che l'unica cosa che conta è la tua famiglia. In un attimo ti appare tutto chiarissimo e capisci chi sono le persone che ti vogliono bene». (gdc)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità