LA COMMEMORAZIONE

Il ricordo dell’Eccidio a Oltrisarco

Affollata cerimonia per ricordare i 23 giovani uccisi da i nazisti



BOLZANO. Hanno una piazzetta che li ricorda i 23 martiri della Caserma Mignone giustiziati dall’esercito tedesco il 12 settembre 1944, ma Bolzano non si limita all’odonomastica per ricordare uno dei passaggi più bui della propria storia.

Come da tradizione dal 2004, dunque, autorità, cittadini e rappresentanti delle forze dell’ordine si sono ritrovati ieri mattina in via del Parco per soffermarsi proprio nella piazzetta dedicata al ricordo dell’Eccidio. Deposte due corone davanti a un nutrito drappello di consiglieri comunali, rappresentanti della giunta, alpini, soci dell’Anpi e i massimi gradi provinciali delle forze di sicurezza.

Chi si occupa da sempre di questo fatto storico è Carla Giacomozzi dell’Archivio storivo del Comune di Bolzano. «È importante che la città si interroghi sul suo passato e non lo perda di vista. Si tratta di un passaggio che ha segnato il tessuto storico del capoluogo e che impone di fermarsi a riflettere in occasione di ogni anniversario». Giacomozzi ha anche firmato un volume con le storie di questi ragazzi: vicende poco note che molto devono al lavoro di ricerca per la loro memoria. Alcuni piccoli passaggi di questo libro sono stati letti, durante la commemorazione, da Dario Spadon dell’associazione teatrale Prometeo che in queste settimane sta curando uno spettacolo dedicato proprio a quanto accaduto all’interno della caserma che si trovava a Oltrisarco.

«Sono molto contenta di quest’opera che sta nascendo - continua Giacomozzi - perchè mette l’accento su una sensibilità dei cittadini che è sia artistica sia storica. Attraverso un lavoro come questo si forma una coscienza collettiva importante». Per anni l’eccidio è stato considerato una rappresaglia, in risposta ad un'uccisione di alcuni militari nazisti, di cui tuttavia non è noto né il luogo e né il momento, ma le ricerche più recenti supportano l’ipotesi che si sia trattato del risultato di un progetto di eliminazione di agenti segreti che svolgevano azioni di intelligence e di sabotaggio nelle zone dell’Italia Settentrionale occupate dai nazifascisti e di cui si avevano poche notizie. (a.c.)

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