Il Senato dice sì alla Autonomia blindata

Riforma costituzionale, le «speciali» escluse dallo svuotamento di poteri. Salvo il senatore italiano



BOLZANO. È passata la blindatura dell’autonomia nella riforma costituzionale. Il Senato ha approvato ieri la clausola di salvaguardia per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Bolzano e Trento. Dopo le giornate calde in commissione e in aula, le trattative a corrente alternata con il governo, i blitz sventati, il disegno di legge costituzionale specifica che la riforma del titolo V della Costituzione, che ripartisce i poteri tra Stato e Regioni, non verrà applicata alle «speciali». Sempre ieri è stato approvato il testo che assegna due senatori a Bolzano e due a Trento. Per Bolzano c’è il vincolo ad avere un senatore di lingua italiana. Non c’è stato nulla a fare invece per l’emendamento che prevedeva per le due Province autonome ulteriori funzioni legislative attraverso norme di attuazione. I senatori del Gruppo per le Autonomie e i presidenti provinciali hanno sperato fino all’ultimo di inserire il testo, ma non si è trovato l’accordo con il governo. La materia è diventata un ordine del giorno, approvato in aula con l’impegno del governo di tradurlo in emendamento alla Camera. Va ricordato infatti che la riforma costituzionale dovrà affrontare la doppia lettura al Senato e alla Camera. «Siamo solo all’inizio», è il commento dei senatori Karl Zeller e Francesco Palermo. La salvaguardia dell’autonomia ha vinto solo la prima manche.

Le norme. Questo il testo approvato ieri della clausola di salvaguardia sul nuovo titolo V della Costituzione: «Le disposizioni di cui al Capo IV della presente legge costituzionale non si applicano alle Regioni a Statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano sino all'adeguamento dei rispettivi statuti sulla base di intese con le medesime Regioni e Province autonome». Questo significa tra l’altro che la Provincia non sarà tenuta ad applicare la norma che parifica le indennità dei presidenti regionali a quelle del sindaco del capoluogo. Il testo sull’elezione dei senatori specifica che «i senatori della Provincia autonoma di Bolzano/Autonome Provinz Bozen-Südtirol sono eletti tenendo conto dei gruppi linguistici in base all’ultimo censimento». E si specifica anche che «per la Provincia autonoma di Bolzano/Autonome Provinz Bozen-Südtirol, ogni consigliere può votare per due liste di candidati, formate rispettivamente da consiglieri e da sindaci dei rispettivi territori». L’altra novità, come si nota, è l’ufficializzazione della dicitura bilingue.

Le reazioni. Più che soddisfatto Zeller: «In questa riforma centralista siamo riusciti a ottenere i nostri obiettivi e non era affatto scontato. La clausola contiene la deroga secca per le speciali alla centralizzazione delle competenze da parte dello Stato». Oltre a questo, sottolinea Palermo, «per la prima volta viene fissato in Costituzione che le modifiche allo statuto vadano effettuate attraverso l’intesa». Il giudizio complessivo sulla riforma è gelido. «Come può convincerci questo nuovo centralismo?» riassume Zeller. Palermo: «Una riforma costituzionale votata senza un vero approfondimento perché decine di ore sono state sprecate tra urla e caos». Soddisfatto Vittorio Fravezzi: «Siamo riusciti a salvaguardare, dentro a questa riforma centralista, i miglioramenti ottenuti in Commissione». (fr.g.)

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