BOLZANO

Il sindaco di Bolzano: "Dedichiamo il Monumento alla Pace"

Caramaschi rilancia l'idea di cambiare il nome dell'arco di Piacentini: "E in futuro anche quello della piazza"


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Allora: premetto che non è il momento. Che dovrei ancora mettermi l'elmetto se ne facessi una proposta in consiglio... ma chiamarla Piazza della Pace non mi dispiacerebbe. Piazza della Pace, già Piazza della Vittoria. Suona bene, no?». Sindaco, vuol dire che...«Fermi tutti. Non è nel programma di legislatura, non è scritto da nessuna parte che va cambiato il nome. Ma resta un mio sogno. Dai tempi di Salghetti, quando allora lui restò col cerino in mano. Ma era troppo presto». Renzo Caramaschi è davanti al nuovo Monumento. E ne parla come di "un monumento alla pace ormai. Visto che se si ricorda una vittoria allora bisognerebbe sempre ricordare anche una sconfitta e non si finirebbe mai. Dunque...". Dunque l'operazione «Bz 14-18, un monumento, una città, due dittature» che è il nome dello spazio espositivo nella cripta diventato museo, è stato un passo importante. E potrebbe aiutare a cambiare qualche altra cosa. C'è un prima e un dopo per Bolzano, infatti. E ieri col sindaco a raccontare questi primi due anni ( è stato aperto a fine luglio del 2014) c'erano tutti quelli che ci dovevano essere. Dal prefetto Elisabetta Margiacchi ( lo Stato), alla Provincia (con Mussner), a chi ne preparò il terreno (l'ex sindaco Spagnolli), agli storici della commissione che condusse l'operazione di riconversione con tutti i rischi del caso (Hannes Obermair e Andrea Di Michele), alle funzionarie (Silvia Spada, Sabrina Michielli) che hanno fornito anche dati che confortano il già considerevole sforzo di ricucitura ideale, ideologica e politica che il museo ha saputo fornire: 85286 i visitatori in questi due anni. Di cui almeno il 50% sono turisti. A testimonianza che l'attrattività dell'operazione non è tutta dentro le nevrosi bolzanine e la nostra voglia di farci del bene dopo esserci a lungo fatti del male con quello che il Monumento ha sempre portato con se.

È anche un bel museo, quello della Vittoria. Che ha vinto il premio di miglior spazio museale europeo 2016, ad esempio. La media mensile dei visitatori è stata di circa 1500. In leggero calo, com'è forse naturale: 25574 nel primo anno, 24335 lo scorso e quasi diecimila nei primi sei, sette mesi di quest'anno. «Tutto questo ha fatto cambiare passo alla città - ha detto riguardando l'esposizione sotterranea Elisabetta Margiacchi - facendo compiere a Bolzano uno scarto tra passato e presente». E l'assessore Mussner ha insistito: «Questo percorso iniziato nel 2014 non finisce con un libro (presentato ieri in anteprima in forma di catalogo ragionato, Morellini-Folio editori, 9,90 euro) ma proseguirà con un'operazione simile nel palazzo degli uffici finanziari». Ed è a questo, come prosecuzione ideale del museo sotto il monumento, che stanno lavorando gli stessi storici di "Bz '14-'18". «Abbiamo concluso le prove con la scritta della Arendt sopra il bassorilievo del duce a cavallo - ha confermato Andrea Di Michele - e anche il progetto architettonico. Aspettiamo soltanto le ultime autorizzazioni dalla Provincia e dai ministeri interessati». Tempi? Ce la farete in autunno? «È possibile. Probabile comunque che tutto sia concluso entro l'anno». Ma quello compiuto nei sotterranei è una strada di cui soprattutto in questi giorni si può con più chiarezza intravvedere il senso: «In momenti di violenza e fanatismo religioso - ha concluso Caramaschi - tornare qui per ricordare i caduti di tutte le due nazioni e per dare un senso alla storia, serve per guardare al futuro con un senso di pace e di sempre maggiore convinzione nei valori della convivenza e del dialogo».













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