l’omelia del primo maggio 

Il vescovo Muser: «L’impegno di tutti per tutelare lavoro e occupazione, prima viene sempre l’uomo»

Nella celebrazione per il Primo maggio, il vescovo Ivo Muser si è richiamato ai principi di solidarietà e sussidiarietà, al rispetto della dignità di chi lavora e ha auspicato che nella “fase 2” del...



Nella celebrazione per il Primo maggio, il vescovo Ivo Muser si è richiamato ai principi di solidarietà e sussidiarietà, al rispetto della dignità di chi lavora e ha auspicato che nella “fase 2” del coronavirus le istituzioni sappiano conservare le attività economiche e occupazionali esistenti ma anche creare nuove opportunità. Celebrando a porte chiuse nel duomo di Bolzano la Festa del lavoro, il vescovo si è richiamato a due principi della dottrina sociale della Chiesa «che ci possono guidare in questo difficile tempo di coronavirus: la solidarietà e la sussidiarietà». Solidarietà intesa come «aiuto reciproco e disponibilità alla condivisione, perché abbiamo bisogno l’uno dell’altro. E sussidiarietà intesa come coraggio di esercitare la responsabilità personale, di contribuire ciascuno secondo le proprie possibilità. Possano solidarietà e sussidiarietà restare le idee guida vincolanti e unificanti per un’economia che cerca di fornire il suo contributo importante e irrinunciabile nella difficile fase che ci aspetta». Il vescovo ha ricordato i principi guida di cui la società ha bisogno: «Dignità umana prima di ogni forma di produttività, libertà della persona, equità retributiva, diritto dei collaboratori e delle collaboratrici alla compartecipazione e codecisione. Le leggi del mercato, della redditività, dell’efficienza, dell’incremento dei profitti, non possono essere gli unici criteri». Muser ha poi esortaa ricordare che “l’essere della persona viene prima del fare e prima dell’avere”. Questa pandemia e le sue conseguenze, “possono contribuire a ripensare il nostro modo di concepire la vita e le nostre priorità, puntando lo sguardo sull’essenziale e sul molto che già abbiamo”. Un segno di ripensamento per rallentare il nostro stile di vita può essere, secondo Muser, l’impegno per una domenica libera dal lavoro. In questo difficile Primo maggio con il virus il vescovo ha voluto esprimere la sua vicinanza «a tutte le persone impegnate per un futuro dignitoso del proprio lavoro e della propria impresa, che sono il sostegno delle famiglie e della promozione sociale del nostro territorio».

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