Il volontariato piange Emanuela Diodà 

Cordoglio per la scomparsa della fondatrice dell’associazione «Il Nostro spazio». Oggi i funerali


di Sara Martinello


BOLZANO. Grande cordoglio nel mondo del volontariato per la scomparsa, a 71 anni, di Emanuela Diodà, fondatrice dell’associazione «Il Nostro Spazio». Nata del 1946 a Daiano, in Val di Fiemme, Emanuela Diodà si trasferisce presto a Bolzano, dove si diploma in ragioneria. A Bolzano svolge l’attività di guida scout: ed è proprio l’incontro internazionale delle guide scout avvenuto in Libano nei primi anni Sessanta ad accendere in lei il desiderio di uscire dai confini della provincia. Nel frattempo, i movimenti che agitano il mondo cattolico e quello studentesco portano alla ribalta la questione dell’autoritarismo nella pedagogia. Emanuela comincia a interessarsi alle tendenze più innovative, quelle che vengono dalla Francia: questa ricerca si traduce nell’attività di sostegno ai bambini più in difficoltà a Ravenna, fino al diploma di assistente sociale a Urbino, cercando un’interazione col territorio, come testimonia la collaborazione con Alexander Langer per un incontro tra i gruppi linguistici in ambito scolastico. Ma la svolta avviene nel 1978, quando viene approvata la legge Basaglia, mentre Diodà è assunta come assistente sociale in Psichiatria presso l’Usl di Bolzano. Sono anni di fermento. L’assessore dell’epoca, Armando Bertorelle, attua in Alto Adige la prima parte della riforma. In seguito, il suo successore Otto Saurer avvia un’iniziativa di educazione alla salute nelle scuole in collaborazione col CeSPES di Perugia e don Silvio Bortolamedi anima il nascente volontariato sociale bolzanino. Del 1978 è anche la riforma del Sistema sanitario nazionale: d’ora in poi si punterà alla prevenzione del disagio mentale. «Non c’è chiusura dei manicomi senza apertura delle città», dice Basaglia. Emanuela sente la mancanza di un contatto con la città e di un volontariato sociale, gestito da professionisti, da affiancare alla pedagogia dei talenti di don Milani. Così, con l’amica Milena Cossetto, fonda l’associazione. «Era una donna appassionata, curiosa e riservata - racconta Milena Cossetto -. Il Nostro Spazio non è un luogo di cura, non fa assistenza. Offre occasioni d’incontro per ricucire le relazioni sociali, all’insegna della creatività, della bellezza, dell’arte e della scoperta del paesaggio. Gli amici, le persone che hanno problemi, sono circa 200, affiancati da una trentina di volontarie e volontari. Dal 2000 siamo convenzionati con l’Azienda dei Servizi Sociali per la gestione dei punti d’incontro per malati psichici, anche se il nostro è l’unico gestito interamente da volontari. Lavoriamo con le scuole, proponiamo attività culturali, ricreative e didattiche, organizziamo una settimana bianca a Dobbiaco e un concerto di musica yiddish e klezmer... Lavoriamo sulle emozioni. L’impianto dato da Emanuela è stato fondamentale. Lei era sempre presente, lavorava con passione. E i segnali del cambiamento che ha voluto portare in Alto Adige, ci sono: ricordiamo la dedizione di Manuela e con questo spirito portiamo avanti la sua opera». L’associazione propone alla cittadinanza incontri sulla sofferenza psichica e stage formativi, per costruire partecipazione e per rimuovere insieme le cause del disagio e dell’emarginazione.

Oggi, alle 14, l’addio a Emanuela con una messa presso la chiesa parrocchiale della Visitazione in viale Europa a Bolzano; seguirà la cremazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità