Imi, il Comune di Bolzano incasserà oltre 40 milioni

La protesta dei commercialisti: «Troppa burocrazia, la norma va semplificata» Il presidente Burchia: «La tabella con aliquote e detrazioni comprende 37 voci»


di Davide Pasquali


BOLZANO. I primi avvisi sono già arrivati nelle case dei contribuenti: si avvicina la scadenza per il pagamento della seconda e ultima rata dell’Imi, fissata per venerdì 16 dicembre. I Comuni altoatesini si preparano così ad incassare una componente fondamentale del proprio bilancio. Per la città di Bolzano, il gettito complessivo dovrebbe assestarsi attorno ai 42 milioni di euro. Dovrebbe, perché pesano gli effetti delle nuove detrazioni sulla prima casa introdotte dalla Provincia: a Bolzano si dovrebbero tradurre in un mancato gettito per circa 2 milioni di euro. Cifre comunque compensate da palazzo Widmann, che ha stanziato 11 milioni complessivi nel bilancio preventivo 2016. Andranno analogamente ricalcolate le raccolte effettive dell’Imi in tutti i Comuni della Provincia. Quello di Merano, ad esempio, prevedeva prima dell’introduzione delle nuove detrazioni un gettito di 17.881.917 euro, mentre quello di Bressanone ne prevedeva 7.420.000. Cifre entrambe da correggere al ribasso.

«Le agevolazioni sulla prima casa sono certamente un fatto positivo – sottolineano il presidente dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Richard Burchia e il vice Claudio Zago – ma sono allo stesso tempo un esempio del ginepraio di imposte, aliquote, esenzioni e detrazioni nel quale il contribuente fatica a orientarsi. È auspicabile che si possano trovare nuove strade per la semplificazione, come è avvenuto con l’abolizione dell’addizionale Irpef per i bolzanini, promossa dal sindaco Caramaschi. Solo così si dà un reale contributo alla crescita della nostra economia e si aumenta la fiducia verso una burocrazia che deve essere più snella e efficiente».

I commercialisti ricordano che gli avvisi inviati dai Comuni sono un servizio aggiuntivo, ma che «non è detto che chi non riceve l’avviso non debba pagare nulla». Le banche dati sulle proprietà immobiliari, infatti, non sono aggiornate in tempo reale: l'Ordine consiglia quindi ai proprietari di immobili che non ricevessero la lettera da parte del Comune «di fare comunque una verifica». Forse è anche il caso di evidenziare, a scanso di malintesi, «che non è detto che chi non riceve nulla sia in regola». I dati, e quindi le eventuali variazioni inerenti gli immobili posseduti, «non sono aggiornati e pertanto è assolutamente consigliabile un interessamento fattivo da parte del contribuente». Anche, ed è il colmo, «per quelli che ricevono l'avviso».

A detta di Burchia e Zago uno snellimento è assolutamente sconsigliabile. La tabella riassuntiva di aliquote e detrazioni predisposta dalla Provincia conta infatti 37 differenti voci: dall’aliquota ordinaria dell’1% a quella dell’abitazione principale, con aliquota dello 0,4% e detrazione di 902,35 euro, fino all’abitazione di servizio, con aliquota dell’1% e detrazione. Ancora, detrazioni aggiuntive sono previste per i figli minori dal terzo in poi (50 euro a testa) o per persone con disabilità grave nel nucleo familiare (anche in questo caso 50 euro). Mentre godono dell’aliquota più bassa in assoluto (0,2%) agriturismi, immobili ad uso di abitazione dei dipendenti esercenti attività agricole, i fabbricati ad uso di ufficio dell’azienda agricola, quelli per la trasformazione, la conservazione, la valorizzazione o la commercializzazione dei prodotti agricoli, gli immobili posseduti e utilizzati da Onlus, enti non commerciali, scuole paritarie e coop senza scopo di lucro che rispettano le clausole mutualistiche nell’ambito culturale.

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