Immigrati, soldi e servizi a chi si integra

Mini riforma dell’assistenza. Achammer: «Alcune misure saranno vincolate alla partecipazione a corsi di lingua»



BOLZANO. Welfare in cambio di uno sforzo dimostrabile per l’integrazione. La Provincia prepara una mini rivoluzione nel welfare. L’obiettivo sono i cittadini stranieri. «Sì, è vero. Ci pensiamo da tempo, abbiamo chiesto diversi pareri legali, anche ad esperti di diritto comunitario. Adesso la legge è pronta», conferma l’assessore Philipp Achammer, che ha la delega all’integrazione.

Alcune misure «aggiuntive» di welfare, non quelle di base, nel caso dei cittadini stranieri verranno legate alla partecipazione di corsi di lingua o di integrazione. La novità riguarderà in primo luogo l’assegno provinciale al nucleo familiare, ma Achammer non esclude misure anche sul contributo all’affitto e altre provvidenze. E c’è poi una seconda novità: invece di denaro, la Provincia intende erogare voucher, per avere la certezza che il denaro stanziato venga utilizzato in modo appropriato, ad esempio per la frequentazione degli asili nido. Nel prossimo disegno di legge omnibus provinciale verrà inserito un articolo che modificherà la legge sull’integrazione del 2011 (la legge n.12). Il contenuto è di poche righe, ma la svolta è sostanziale. Questo il testo: «Nel rispetto dei principi della proporzionalità e della ragionevolezza, l’accesso alle prestazioni che vanno oltre a quelle essenziali può essere legato alla partecipazione a misure di promozione dell’integrazione. Anche la forma di erogazione delle prestazioni può essere configurata in modo tale da favorire l’integrazione».

Perché questo passo? «Sul welfare c’è una discussione simile in corso in molti Paesi europei, comprese Austria e Germania», risponde Achammer. Il tema, aggiunge l’assessore, «è aumentare l’integrazione dei cittadini stranieri. E l’integrazione non è a senso unico. Richiede un impegno anche da parte dei cittadini stranieri. Collegare alcune prestazioni di welfare a questo impegno, riteniamo, potrebbe consentire un salto di qualità nella integrazione». Per ricevere l’assegno provinciale al nucleo familiare i richiedenti dovranno garantire la partecipazione a corsi di lingua, di orientamento o di integrazione. I servizi di base resteranno garantiti, dalla sanità all’assegno minimo vitale. Giuridicamente, come detto, l’unico spiraglio giuridico sono le prestazioni aggiuntive, garantite in Alto Adige e non in altre regioni. «Ci muoveremo per gradi. Intanto puntiamo ad approvare la legge, augurandoci che tenga giuridicamente. Se così sarà, come ci dicono i pareri legali, allora fisseremo le diverse misure nel dettaglio. Ci muoviamo con prudenza, perché ricordiamo come in passato venne impugnato il vincolo dei cinque anni di residenza per alcune prestazioni», aggiunge Achammer. Poi, conferma anche l’assessora alle politiche sociali Martha Stocker, c’è il fronte dei voucher, erogare non denaro, ma servizi: «Garantire opportunità, a vantaggio di tutti». In tutto questo, sottolinea Achammer, c’è il tema delle donne. «C’è una riflessione particolare anche sull’integrazione femminile. In base alla cultura di provenienza, può essere più o meno facile la partecipazione a corsi di lingue o ad altre attività. Collegare i contributi alla partecipazione attiva all’integrazione può essere una chiave per aprire certe porte di casa e aiutare le donne di origine straniera a entrare meglio nella nostra società». Il disegno di legge sottolinea il principio di proporzionalità e ragionevolezza. «Non sarebbe possibile, ad esempio, fissare come obiettivo il raggiungimento di un livello massimo di conoscenza linguistica», chiarisce Achammer. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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