Impazzano gli amarcord su facebook: quasi 15 mila altoatesini iscritti

Bolzano, Merano, Laives e Vipiteno. Dietro al tormentone "virale", la voglia di condividere ricordi, e tanta nostalgia dei ricordi di gioventù - A cura di Paolo Cagnan, Riccardo Valletti, Bruno Canali, Ezio Danieli
Sei di Merano se... - Il tormentone a Merano - Sei di Laives se... - Sei di San Giacomo se... - Sei di Vipiteno se... - Il tormentone a Laives - Slang di Bolzano: il gruppo - Slang di Bolzano: il libro - Bolzano scomparsa  -



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BOLZANO. Tutto ebbe inizio tre anni fa con un gruppo facebook sullo slang bolzanino, in cui regnavano sovrani il “blaun” e il “brattaro”. Adesso, arriva la febbre del “Sei di Bolzano se...”: il richiamo irresistibile dei tempi che furono, di quando in piazza Walther si entrava in auto e alle semirurali ci si andava a pranzo la domenica a casa dei nonni. Un catalogo intero di ricordi e nostalgia collettiva incanalati in un gruppo FB che nel giro di pochi giorni ha accumulato oltre 4500 iscritti e continua a crescere. E allora ecco che alle prime frasi che iniziano coi puntini di sospensione, si aggiungono foto, commenti, e anche qualche video; e Facebook si trasforma in memoria collettiva e viva.

IL GRUPPO FACEBOOK "SEI DI BOLZANO SE..."

Se da un lato, com’è inevitabile, non si resiste alla tentazione di riallacciarsi alla realtà attuale con i dovuti (e inesorabilmente critici) paragoni, dall’altro canta vittoria chi aveva sempre pensato che Bolzano, e per estensione tutto l’Alto Adige, sia una terra meravigliosa ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a voce alta. Poi c’è tutta la rubrica di chi si è trasferito, e che si rifà vivo nei commenti alle immagini, spesso i più nostalgici di tutti, e saluta la città da lontano come un moderno Ugo Foscolo. Non mancano quelli che usano il passato per “pungere” chi ha il compito di gestire il presente, e i temi in merito sono molti, ma su tutti vince “com’era bella la funicolare del Virgolo”.

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Nel catalogo delle nostalgie ce n’è per tutti i gusti, dalla latteria in via Torino al cinema dove l’ultima fila era quella più trafficata di tutte le altre messe insieme. E si torna ragazzi e ragazze per qualche minuto. O qualche ora, come scherza chi si lamenta di non aver saputo fare altro che aggiornare la pagina per tutto il giorno in attesa del commento successivo.

E infine c’è chi passa ai fatti, perché questo patrimonio condiviso è una scoperta che vale la pena di approfondire anche oltre la sfera dei rapporti “digitali”, e quindi c’è chi si offre di organizzare un incontro, una festa, magari all’aperto non appena smetta di fare freddo, e tornare a “riaccendere” la città, come nei gloriosi anni ’80. Una dichiarazione d’amore per Bolzano che nel frattempo prende piede e diventa modello anche per le altre città: il gruppo “Sei di Merano se...” conta già oltre 3.100 iscritti, mentre il più recente “Sei di Laives se...” sfiora i duemila.

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Eccesso di campanilismo, fierezza delle proprie origini, tormentone web o cosa altro? Probabilmente, un po' di tutto questo. Il fenomeno dei gruppi "Sei di..." è virale e contagioso: in questi gruppi, gli iscritti aumentano a ritmo esponenziale ma tendono anche a bruciarsi in fretta. Altri, nati molto prima e meno "esplosivi", coltivano da tempo l'amore per la propria città tra ricordi, foto e appelli di vario genere.

Come Bolzano scomparsa di Daniele Miccoli, 4200 "mi piace" e una galleria fotografica (quasi esclusivamente in bianco e nero) di grande interesse. Raccolte di foto che risentono dell'anarchia dei social - generalmente, tutte in un unico contenitore e senza didascalie esplicative - ma anche fotogallery tematiche come questa, "Noi bimbi in città" dello Slang di Bolzano.

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Un anno dopo aver fondato il gruppo Slang di Bolzano, il giornalista dell'Alto Adige Paolo Cagnan riusciì a pubblicare, con Curcu & Genovese, un volumetto che raccoglieva centinaia di espressioni tipiche. Ebbe un tale successo che andò esaurito in pochi giorni. Ancora alcuni mesi, ed ecco la seconda edizione del libriccino, arricchita di divertenti sezioni, dagli insulti tipici ai cori dell'hockey.

Lo "Slang 2" si è arricchito - rispetto alla prima edizione - di oltre 500 nuove voci. Si è ampliata la parte più tipicamente altoatesina, quella dei modi di dire italiani usati (spesso storpiandoli) dalla popolazione sudtirolese e, specularmente, le espressioni in dialetto sudtirolese usate anche dagli italiani.

BÄTSCH SCHIFO. Qualche esempio? Ai bambini si dice ancora oggi "Pfui bätsch" quando stanno per toccare o raccogliere qualcosa per terra. "Cruscòtt" per "Grüss Gott", buongiorno, oppure "zum Volvo" per "zum Wohl", ovvero "salute"; "desfakokkele" è il classico rompiscatole, gli "òiri" sono gli euro in tedesco, "nix" sta per nichts, niente; la "Schnapsele" è il tradizionale grappino, "sprizzenare" (dal tedesco spritzen) significa spruzzare pesticidi sulle piante dell'orto; un "Eier flip" è una bevanda a base di latte caldo con schiuma e vov, "verstanden?" lo si usa per dire "ci siamo intesi?". E dire "pane e fuchs" (volpe) significa "svegliati!"

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I VENETISMI. Molte tra le voci aggiunte allo Slang 2 sono legate ai dialetti veneti e trentini: "batter brocche" significa tremare dal freddo, "folpare" sta per rubare, le "gnagnole" sono le coccole, "magnamosche" è chi se ne sta lì impalato a bocca aperta, la pacecca è il fango di neve sporca, la "sbrindolona" (o "scorlandona") è la donna o ragazza cui piace stare sempre fuori casa, a cazzeggiare; "son sbrissà nella radia" significa "sono scivolato in curva", mentre le gambe "sifoline" sono magre e storte; lo "sguazzaort" è l'innaffiatoio mentre "zoncare" sta per tagliare, e via di questo passo.

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IL VINTAGE. Ci sono poi espressioni-vintage, che non sono Slang di Bolzano ma che sono ormai patrimonio lessicale degli attuali quarantenni. Ad esempio: "ma che sei, Mandrake?" legato a un personaggio dei fumetti; "mi gioco il jolly" (ovvero, è il momento di tentare il tutto per tutto) clonato dai celebri e indimenticati "Giochi senza frontiere", il "mongolino d'oro" che è un premio per cretini; e pure "cretinetti", per assonanza, dal nome del personaggio di un vecchio comico francese (le madri dicevano ai figli: dài, smettila di fare il cretinetti!)

I SONDAGGI AMARCORD. Già, l'amarcord. Indissolubilmente legato allo slang. Ed è anche per questo che nella seconda edizione del dizionario sono state aggiunte nuove appendici, dai cori dell'hockey (non esattamente nati dalla penna delle orsoline, ma tant'è) e le esilaranti sezioni dedicate alle minacce, agli insulti e alle prese in giro; ci sono poi dieci sondaggi che rivelano molto della Bolzano di qualche lustro fa. Sono le hitparade dei locali più frequentati, dei giornalini più letti, dei cinematografi preferiti, dei giochi di cortile e dei motorini più amati.

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AHI, IL NOCCHINO! La comunità degli "slangaioli"  sa bene il significato di aggettivi come "fiala" (persona moscia) o "straolfo" (pieno, di cibo o alcol), di verbi come "perlinare" (provarci con tutte in discoteca) o sostantivi come il "nocchino", dolorosissimo colpo con la nocca della mano sulla testa o sulla nuca di qualcuno. Una comunità che ama il Misch-masch linguistico (appunto...) e che si è molto divertita ad essere contattata da una ricercatrice che, proprio prendendo le mosse dal gruppo Facebook e dal libriccino, sta esaminando con occhio scientifico la strana comunità di "slangaioli" in parte ex sciangaioli.

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SEI DI MERANO SE...

In pochi giorni - l'iniziativa è partita sabato mattina - ha già raccolto oltre tremilacinquecento adesioni che sono poi diventate altrettanti messaggi in cui vengono raccontati, in estrema sintesi, quali sono i pensieri sulla nostra città. Su Facebook è decollata, anche in riva al Passirio, un'iniziativa amarcord. Si chiama "Sei di Merano se" e le adesioni, come detto, sono state tantissime: a ieri pomeriggio hanno superato le tremila e cinquecento unità. Che potrebbero superare presto la quota di 5 mila o forse anche di più.

A tal punto che l'avvio della iniziativa è stato accompagnato da un'altra proposta: troviamoci, alla fine della primavera, in una pizzeria e commentiamo assieme i vari messaggi che arriveranno. Già: ma basterà una pizzeria per riunire tutti coloro- o soltanto una parte - che hanno aderito? Un’altra proposta, che sta prendendo piede e che potrebbe concretizzarsi, è stampare una maglietta con tanto di logo che è già pronto ed ovviamente pubblicato su Facebook. Esperienze simili sono nate in varie città d'Italia; di recente è accaduto anche a Bolzano con numerose adesioni anche nel capoluogo altoatesino.

Appena qualcuno ha scoperto "Sei di Merano se", ed ha aderito con i primi ricordi, è stata una vera e propria "valanga" di contatti e poi di messaggi. L'amarcord è diventato un fenomeno di costume che sta coinvolgendo sia i meranesi residenti che quelli che, per svariati motivi, hanno dovuto lasciare la città.

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Fra i ricordi più significativi, e più ricorrenti, i bagni nelle acque del Passirio da Fritz, i pomeriggi trascorsi sul muretto della chiesa di Santo Spirito, le "vasche" lungo corso Libertà, i vari cinema che c'erano in città, le feste del nasinò all'insù organizzate da Toni Pacher, il baracchino che vendeva dolci e caramelle davanti alla scuola elementare di via Ottone Huber, lo stadio del ghiaccio prima in via Piave e poi davanti alla stazione dei treni, i militari che alle 18 di ogni sera arrivano in centro percorrendo via Palade e via Piave, le cabine telefoniche che servivano anche ai messaggi di amore fra fidanzati, il bazar in via delle Corse.

Non mancano numerosi personaggi che hanno scritto pagine importanti della storia di Merano: fra i citati don Ettore Garollo, Madre Cetto, la dottoressa Bucci, il mitico "sceriffo" Bazzanella, il "bagnino" Fritz, Giuseppe il "vigile" davanti alla chiesa di Santo Spirito.

Fra i ricordi più curiosi - che continuano ad arrivare al ritmo di 4-500 al giorno -anche quello che evidenzia il coraggio di Ermes Gazzini quando riuscì a diffondere le note dell'Inno di Mameli durante una cerimonia di commemorazione degli Schuetzen davanti al momumento di Andreas Hofer.

SEI DI LAIVES SE...

Lanciata quasi per scherzo sull'onda di una iniziativa analoga in corso a Bolzano, la sollecitazione "Sei di Laives se..." su facebook, ha immediatamente raccolto un'adesione incredibile.
«Nelle prime 30 ore abbiamo registrato più di 1.600 adesioni - dicono soddisfatti Andrea Peviani, consigliere comunale a Laives e titolare dell'omonimo tabacchino di via Kennedy e Massimiliano Pasquazzo - e continuano ad aggiungersene come una valanga. Ci teniamo quindi a sottolineare che l'intenzione è e rimane, quella di creare una "piazza virtuale" dove ritrovarsi per correre dietro ai ricordi di una Laives che fu, fra personaggi, luoghi e aneddoti che hanno contribuito a formare la nostra specifica società. Per questo ribadiamo che noi non abbiamo alcun merito ma sono piuttosto le centinaia di membri, con i loro post a contribuire a questo successo e li ringraziamo».

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Come detto, è bastato lanciare la proposta ed è stato come dare la stura ad un grande serbatoio pieno di ricordi e di luoghi particolari. Caratterizza buona parte delle frasi, l'uso del dialetto, a ribadire quasi come un marchio doc le radici di coloro che scrivono. C'è chi elenca alcuni modi di dire tipici locali, mediati dalla tradizione contadina e Emanuela che invece dice che "sei di Laives se... ci vediamo al bar Bobo".

C'è quello che ricorda la frequentazioni giovanili (sei di Laives se...te nevi al Enal a zugar ai zughetti), oppure ricordano i tempi mitici del Laives di Guerzoni, "Sei di Laives se...ti ricordi i goal di Andrea Ruzzon su punizione".
Dai post emergono anche luoghi oramai consegnati al passato, come la pizzeria Ischia, che non esiste più da anni ma che qualcuno ricorda per le ottime pizze, subito incalzato da altri che oppongono invece la pizzeria Doris (pure "scomparsa") e chi ricorda ancora le lezioni di flauto della maestra Basso oppure il "bidello Busetti con tre dei!!!". Insomma, è bastato aprire uno spiraglio su facebook ed è stato subito un fiume in piena di contatti e affermazioni tra le più varie.

"Sei di Laives se... ricordi don Arnaldo, quello coi cavei rossi", così come puoi dire che sei di Laives se sai dove era la Filanda. C'è chi ricorda particolari episodi a scuola: "Sei di Laives se... ricordi quando Massimiliano Pasquazzo durante la lezione di tedesco con la Fauster el saltava su per i banchi e faseva el schulplatten!!!". Ovviamente non poteva mancare il ricordo del Campo tenda Don Bosco e del mitico comandante Gino Coseri, così come può considerasi laivesotto doc se..."Per nar a bolsan te passavi per Pineta (paese) o se ricordi il negozio "Rudy sport".

Scorrendo i post su facebook, si va avanti e indietro nella storia, come quello che ri corda la latteria "Baratella" in via Sottomonte, così come se...."ti giravano perché l'ultimo autobus 2 era alle 20.30”. Ma ti puoi considerare di Laives "se ti si andà dal Caracristi" oppure "se te tiravi i raudi compradi al Flecker nel sottopassaggio de via Otto Huber". Questo solo uno spaccato di ciò che si può leggere tra le centinaia e centinaia di affermazioni, dalle quali sta emergendo in maniera simpatica una città e un territorio che in tanti non hanno mai conosciuto e altri avevano quasi dimenticato.













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