In ritardo per il freddo, niente asparagi a Pasqua

Terlano. Georg Höller, il presidente della Cantina: «Il raccolto dai primi di aprile» Si prevede una produzione di circa 700 quintali. I prezzi: da 5,50 a 12 euro al kg


di Antonella Mattioli


TERLANO. «L’ultima neve di primavera non li ha danneggiati, perché i cumuli sono protetti dai teli di nylon. Più che la neve ci ha creato problemi il vento dei giorni scorsi che ha distrutto i teli. Purtroppo però le temperature ancora rigide unite alla Pasqua anticipata, fanno sì che gli asparagi siano un po’ in ritardo rispetto alle feste. Ma per il 4 aprile, giornata d’inaugurazione della stagione, saranno sicuramente pronti». Georg Höller, presidente della Cantina di Terlano e responsabile del settore asparagi, tranquillizza tutti i fan del prodotto. Bianchi con una leggera sfumatura rosa, gli asparagi di Terlano hanno anche un nome, Margarete, come l’ultima regnante del vecchio Tirolo che abitava l’antico castello sopra il paese.

Il raccolto di quest’anno come si annuncia?

«Di ottima qualità e leggermente più abbondante dell’ultimo, perché qualcuno ha aumentato la produzione e adesso raccoglie quanto piantato due anni fa».

La produzione su quali quantitativi si aggira?

«La zona di Terlano, Andriano, Vilpiano, Settequerce produce in media 700 quintali all’anni: 600 arrivano dai nostri 15 soci e il resto da privati». I prezzi?

«Si va un minimo di 5.50 euro a 12 al chilo. Ci sono dieci tipi di scelte».

Attualmente quanto è grande la superficie su cui si estendono le coltivazioni di asparagi?

«Una decina di ettari. Ma il potenziale è di gran lunga superiore».

Quanti sono gli ettari che si adattano a questo tipo di coltivazione?

«Su un totale di 900 ettari coltivati a frutteto, calcoliamo che 400 potrebbero essere convertiti in coltivazione di asparagi».

Dal punto di vista economico converrebbe?

«A mio avviso sì. Anche se è un tipo di coltivazione che ha bisogno di una notevole cura. Inoltre, richiede particolare attenzione anche la fase del raccolto. Da marzo a fine maggio l’impegno è quotidiano».

Scusi, ma se la zona ha questo tipo di potenzialità perché non sfruttarla?

«La nostra filosofia punta ad un aumento soft della produzione. Diversamente dovremmo espanderci a livello di commercializzazione fuori dai confini altoatesini».

Tutti oggi puntano sull’ «export», voi andate controcorrente?

«Vendere fuori dall’Alto Adige, significherebbe mettersi in concorrenza e quindi abbassare i prezzi. Noi preferiamo continuano a puntare su un prodotto di nicchia».

Gli asparagi Margarete della zona di Terlano dove si possono acquistare?

«Principalmente presso la Cantina di Terlano che, durante il periodo del raccolto, è aperta anche la domenica e in piazza delle Erbe a Bolzano. Inoltre da undici anni c’è un accordo con dieci ristoratori della zona che a primavera offrono dei menu speciali a base appunto di asparagi».

Non si trovano nei supermercati?

«No».

Lei da quando coltiva asparagi?

«Dal 1996. Ho deciso di affiancare questa produzione a quella di mele e uva. A distanza di 17 anni posso dire che è stata una scelta azzeccata. In ogni caso è sempre lungimirante differenziare».

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