In un anno 1.200 matrimoni in fumo

Aumentano i divorzi ma calano le separazioni perchè ci si sposa di meno


Riccardo Valletti


BOLZANO. Sono tre le notizie che emergono dal bilancio 2011 dell'attività dell'Associazione separati e divorziati: in generale aumentano i divorzi ma calano le separazioni e si sta sgretolando il modello di famiglia tradizionale sudtirolese. Il dato contraddittorio si spiegherebbe in un calo generale dei matrimoni, che porterebbe le coppie semplicemente a lasciarsi senza dover incorrere nelle procedure burocratiche della separazione legale, ma nel frattempo la coda delle vecchie separazioni, che allo scadere del terzo anno si convertono in divorzio, mantiene alto il ritmo di lavoro dei matrimonialisti.

In dodici mesi, in Alto Adige si sono rotti, in una forma o nell'altra, 1.200 matrimoni. Tra questi sta emergendo il fenomeno, nuovo, dello sgretolamento della famiglia tradizionale sudtirolese: alla porta dell'Asdi bussano sempre più spesso donne, anche over 60, che decidono di abbandonare il maso chiuso e la vita contadina delle valli. La vita del maso, spesso in condizioni di famiglia allargata dove sono presenti in maniera determinante i componenti della famiglia storicamente proprietaria della terra, si sta rivelando incompatibile con le aspirazioni di emancipazione della donna sudtirolese.

«Questo fenomeno però - spiega Elio Cirimbelli, direttore del Centro - differisce di molto con un normale divorzio in cui nella maggior parte dei casi la donna è più tutelata, le signore che abbandonano il maso lo fanno da nullatenenti, dopo aver lavorato una vita nella proprietà del marito, ottenendo nel migliore dei casi un assegno di alimenti». Il dato allarmante arriva quando si chiamano in causa i figli. Il numero di divorzi in presenza di prole è circa il doppio, infatti, di quello in coppie senza bambini.

«Eppure stentiamo ancora ad ottenere separazioni senza che si finisca in una guerra senza esclusione di colpi tra i due ex coniugi - afferma Cirimbelli - anche perché spesso i consigli dei legali vanno nella direzione opposta a quello che si dovrebbe cercare, cioè un accordo pacifico». Tutto ciò lede alla salute emotiva dei figli, «separarsi non significa punire l'altra parte».

Il meccanismo però soffre di un difetto di fabbrica, perché il mercato incentiverebbe i matrimonialisti ad avere un atteggiamento aggressivo nei confronti dell'altra parte. La stilettata Cirimbelli la riserva alla classe politica, «sarà perché i separati o divorziati non fanno massa critica alle elezioni, ma si direbbe che nei partiti si dimostra poco interesse per le istanze del sociale».













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