Incidente mortale, condannato a 5 anni

Provocò l’incidente in cui perse la vita Nicole Vittur. Contestati l’ omicidio colposo e la guida in stato di ebbrezza


di Susanna Petrone


BOLZANO. Cinque anni per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza: questa la pena per aver provocato l’incidente nel quale perse la vita Nicole Vittur, 24enne, impiegata di un’azienda di abbigliamento dell’Alta Badia. L’uomo - questo è stato accertato dagli inquirenti - era ubriaco al momento della tragedia. È stato condannato dal Gip del tribunale di Belluno il tunisino Sahbi Kalboussi, 45 anni, lo straniero che guidava quella Opel Astra che il 5 novembre 2012 aveva invaso la corsia opposta di marcia sull’Agordina a Candaten (vicino a Sedico in provincia di Belluno) e si era andato a schiantare contro una Fiat Punto con a bordo tre ventenni, che rientravano verso la Val Badia dopo una vacanza a Barcellona.

L’impatto, un frontale, era stato violentissimo e la giovane Nicole era morta praticamente sul colpo. Nell’incidente erano rimasti feriti anche i due amici della giovane vittima. Il ragazzo, S. F., di 23 anni, dopo il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Belluno era stato visitato e dimesso. Le sue ferite erano lievi. Più serie le condizioni della seconda ragazza che si trovava nella Fiat Punto. L’amica altoatesina, che oggi ha 24 anni, aveva riportato diverse fratture alle gambe, tanto da dover essere sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Nell’incidente era rimasto lievemente ferito anche il tunisino, che era stato portato in ospedale a Belluno, dove gli esami che avevamo portato a evidenziare come il tasso di alcol nel suo sangue fosse ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge.

A causa delle sue condizioni, lo straniero aveva perso il controllo del veicolo, sbandando prima a destra contro un palo e poi a sinistra, finendo sulla corsia opposta, uccidendo la giovane altoatesina. Nicole lavorava come impiegata alla “Chervò trade”, azienda di abbigliamento sportivo della Badia. Nicole aveva solo 24 anni, e stava tornando a casa dal suo secondo viaggio in Spagna. Ci era già stata nel 2011 e le era piaciuta a tal punto da voler ripetere l’esperienza. Con due amici aveva trascorso qualche giorno a Lloret de Mar. Poi la sua vita è stata stroncata sulla via di ritorno. Aveva due sorelle, Susy e Lisa, sconvolte dalla tragedia come papà Alessandro, muratore che in inverno lavora agli impianti di risalita, e mamma Irene. Nicole era solare, simpatica e socievole, amava la montagna, le piaceva sciare e viaggiare. Ad attenderla c’era un tragico destino.

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