Indagine del Cerm: in Alto Adigela sanità spende troppo

Assoimprenditori presenta i dati di una ricerca del Cerm secondo la quale il Trentino Alto Adige nonostante il buon ranking nella qualità spende il 17% in più di quel che dovrebbe per ottenerla



BOLZANO. «La nostra sanità spende troppo». Assoimprenditori presenta i dati di una ricerca del Cerm secondo la quale il Trentino Alto Adige nonostante il buon ranking nella qualità spende il 17% in più di quel che dovrebbe per ottenerla. Secondo la stessa analisi la spesa regionale nel 2007 si è attestata a 1.439 euro pro capite anche se le cifre aggiornate dell’assessorato altoatesino ammettono i 2.500 euro. Record nazionale.
Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori è chiaro: «L’Alto Adige deve risparmiare e deve iniziare a farlo dalla sanità (bilancio di un miliardo 308 milioni di euro) e magari snellire gli ospedali di periferia che costano troppo e rischiano di non fare sanità di qualità». Secca la risposta di Florian Zerzer, capo Dipartimento dell’assessorato: «Inaccettabile tagliare le strutture in periferia, non prendiamo lezioni dagli industriali».
Assoimprenditori a questo punto ribatte con i dati del Cerm (centro di ricerche indipendente, con la finalità istituzionale di concorrere all’innalzamento della qualità tecnica e della trasparenza delle decisioni di politica economica e di regolazione dei mercati) per il quale le regioni che spendono troppo in sanità - come per esempio il Trentino Alto Adige - spesso spendono male e offrono una peggiore qualità dei servizi: «Diciamo che una spesa efficiente produce migliori prestazioni. Per ottenere una buona qualità non è pertanto necessario spendere molto». Gli indicatori messi a punto dal Cerm tratteggiano un quadro della sanità nazionale pieno di sfumature. Ad esempio, regioni del nord con buoni servizi, ma che spendono troppo per averli come appunto il Trentino Alto Adige. I parametri sono tre: l’efficienza della spesa, le buone prestazioni e il rapporto tra spesa e qualità. In cima alla graduatoria tra le regioni che spendono meglio c’è l’Umbria seguita dalle Marche, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana. Per quanto riguarda la qualità, ancora in testa c’è l’Umbria seguita dalle Marche, Toscana, Piemonte e Trentino Alto Adige. L’analisi evidenzia anche che 9 regioni dovrebbero operarsi per una riduzione a doppia cifra della spesa procapite. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di regioni del Mezzogiorno tranne il Trentino Alto Adige che spende oltre il 17% in più del necessario (come il Lazio) e la Liguria che invece sfora di oltre il 14%. La spesa sanitaria pubblica complessiva (la spesa sostenuta direttamente dalla Provincia di Bolzano per il Servizio sanitario provinciale a cui vanno ad aggiungersi i costi di esercizio, nonché gli investimenti sostenuti dall’Asl) ammonta invece complessivamente a 1.246 milioni pari a 2.510 di euro pro-capite (più dei 1.439 riportati per il Trentino Alto Adige dal Cerm). L’incidenza della spesa corrente sulla spesa complessiva, è pari al 93,4%; il rimanente 6,6% riguarda la spesa per investimenti in beni immobili, beni mobili ed attrezzature biomediche. Il 95,4% della spesa è sostenuta direttamente dall’Asl. La spesa dell’Azienda è costituita principalmente da quella per il personale (47,4 %) e dalla spesa per i servizi sanitari (25,8 %). Seguono le spese per acquisti di beni (11,7 %), i servizi non sanitari (6,9 %) e altre (8,1 %).

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