La tragedia

Investimento mortale a Bolzano: patteggia

Il 6 luglio del 2022 Carmelo Panepinto, 66 anni, venne travolto e ucciso da una macchina. Alla guida un 47enne bolzanino accusato di omicidio stradale: tra Procura e difesa un accordo su 12 mesi di reclusione



BOLZANO. Nella tarda serata del 6 luglio del 2022, al volante della sua Fiat Panda, investì e uccise il sessantaseienne Carmelo Panepinto che era uscito di casa e stava attraversando la strada, all'altezza del civico 129 di via Milano, per buttare la spazzatura. Ieri mattina, in tribunale a Bolzano, come previsto, l'avvocato Thomas Brenner, difensore del quarantasettenne bolzanino che era al volante dell'utilitaria, ha chiesto di poter patteggiare.

Lo ha potuto fare in udienza dibattimentale, dopo la scadenza dei termini, grazie alla modifica del capo d'imputazione da parte della procura. All'uomo, infatti, inizialmente accusato “solo” di omicidio stradale, è stata contestata anche l'aggravante della guida con patente sospesa, anche se le attenuanti, alla fine, sono state considerate prevalenti alle aggravanti. Difesa e procura, nella persona del sostituto procuratore Igor Secco, hanno trovato un accordo per una pena di 12 mesi di reclusione.

La difesa ha anche rinunciato a ipotizzare un concorso di colpa, come aveva fatto in un primo tempo, quando l'imputato aveva spiegato che Panepinto sarebbe sbucato all'improvviso tra i bidoni dei rifiuti. Il giudice Stefan Tappeiner ha aggiornato l'udienza al prossimo 20 giugno, per valutare l'adeguatezza e la correttezza della pena al reato commesso. Nello stesso giorno, il giudice pronuncerà la sentenza che, salvo sorprese, dovrebbe essere quella su cui accusa e difesa si sono accordati.

I risarcimenti

Difficile che le parti civili possano ottenere un adeguato risarcimento, visto che l'imputato era privo della patente di guida. L'assicurazione della vettura ha comunque deciso di offrire un risarcimento e ha già liquidato un acconto. Parti civili che sono tre dei sei figli di Carmelo Panepinto: due sono assistiti dall'avvocatessa Elena Valenti e il terzo dall'avvocato Federico Fava. Gli altri tre hanno preferito non entrare nel processo. Parte offesa, invece, è la moglie della vittima. I legali cercheranno di quantificare l'intero danno. Solo in seguito, la compagnia di assicurazione potrà promuovere un'azione di rivalsa nei confronti dell'imputato.

La tragedia

La tragedia avvenne nella tarda e calda serata di quel sei luglio, verso le 23.30. Carmelo Panepinto era sceso sotto casa (al civico 129 di via Milano) per gettare nei bidoni della raccolta differenziata la spazzatura. L'uomo fu colpito in pieno a due passi dalle zebre pedonali e sbalzato ad una decina di metri di distanza. Seppur molto forte e dal fisico possente - era un omone alto due metri, dal carattere mite - Panepinto rimase esanime a terra con il viso sfigurato da un vasto ematoma. Morì nel corso della notte. Carmelo, che avrebbe compiuto 67 anni qualche giorno dopo la tragedia, era salito per lavoro dalla Sicilia nel 1996. Da 26 anni lavorava alla Röchling Automotive come carrellista, era stato rappresentante del sindacato unitario, e a novembre del '22 sarebbe andato in pensione. Mancava poco, insomma, al meritato riposo e alla possibilità di godersi a tempo pieno i suoi quattro adorati nipotini. La sua morte aveva profondamente scosso la città e i suoi colleghi avevano avviato una colletta per aiutare la famiglia.













Altre notizie

Attualità