Ipes: chi spaccia viene sfrattato a fine processo

Il vicepresidente Caramaschi: «Chi commette reati deve andarsene». Sono in corso circa cento sfratti, molti per persone condannate dal tribunale


di Susanna Petrone


BOLZANO. «Se verranno condannati per spaccio di droga, dovranno lasciare l’abitazione Ipes». Risponde così al comitato inquilini Renzo Caramaschi, vicepresidente dell’istituto, riferendosi alle sei persone arrestate dalla polizia in viale Europa e a Don Bosco per spaccio di sostanze stupefacenti.

«Ovviamente - precisa - in questi casi noi ci informiamo sui fatti. Appena accertiamo che si tratta di inquilini Ipes, aspettiamo il rinvio a giudizio. A quel punto, parte la prima lettera che informa gli inquilini del possibile sfratto. Poi, se vengono condannati, presentiamo la richiesta di sfratto al giudice, che decide sul da farsi».

Come noto, le sei persone arrestate sono una coppia di bolzanini, tre marocchini e un senegalese. Tutti, come confermato dalle forze dell’ordine, spacciavano nelle rispettive abitazioni e non negli angoli della strada. La coppia, due impiegati, sono stati trovati in possesso di un panetto di hashish da cento grammi, nascosto all’interno del materasso della culla del loro bambino.

Questo particolare ha lasciato senza parole il comitato degli inquilini Ipes, che ha chiesto all’istituto di fare chiarezza sulla vicenda e di sfrattare le persone arrestate, nel caso fossero inquilini Ipes. «Ribadisco - prosegue Caramaschi -, stiamo facendo una serie di verifiche come istituto. In viale Europa, infatti, ci sono molte abitazioni dell’Ipes. Ma a parte l’ultimo caso, al momento abbiamo circa cento sfratti in corso. Si tratta, in parte, di persone che non hanno pagato l’affitto, ma anche di persone che sono state condannate in via definitiva per spaccio, sfruttamento della prostituzione, furto, rapina. L’Ipes ha un regolamento molto chiaro in questo senso: ci sono una serie di regole che vanno rispettate. Spacciare droga per le strade del quartiere, ovviamente, non può essere tollerato. Ci sono tante persone oneste che lavorano e vivono in un’abitazione Ipes. Chi delinque deve andarsene. Comunque non capisco - conclude il vicepresidente dell’Ipes -. È triste che certe persone non riescano a stare alla larga dai guai. Nel senso: questa coppia aveva un lavoro, un figlio, una casa. Ora, se verranno condannati, non potranno mai più accedere ad un’abitazione Ipes se il giudice darà il via libera».

Oggi, intanto, i sei spacciatori verranno sentiti dal giudice delle indagini preliminari. La maxi-operazione era partita a gennaio e si è conclusa la scorsa settimana con sei arresti, otto denunce, un chilo e mezzo di hashish sequestrato e 25 mila euro in contanti, trovati nelle varie abitazioni tra viale Europa e il quartiere Don Bosco.

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